20.12.2012
Anga-Confagricoltura: dal 2013 più attenzione per i giovani
“Nel 2013 ci sarà una svolta. Cogliamo in pieno l’auspicio del premier Mario Monti che il prossimo anno sia l'anno in cui i giovani abbiano l’attenzione del Paese”. Lo ha detto il presidente dell’Anga Nicola Motolese, tracciando il bilancio di fine anno sui temi emersi durante l’assemblea generale dell’Associazione che riunisce i giovani di Confagricoltura.
“Quello che si sta concludendo è stato un anno difficile anche per il settore agricolo, ma proprio dalle difficoltà deve nascere la spinta al cambiamento e un modo diverso di affrontare i problemi – mette in evidenza Motolese -. Guardare al futuro, nonostante la crisi, non significa essere un giovane sognatore, ma dimostrare realismo e voglia di assumersi le proprie responsabilità”.
Per il nuovo anno i giovani di Confagricoltura chiedono che si completino le riforme rimaste in sospeso. E’ anche importante facilitare l’accesso al credito, intervenire sul costo del lavoro e tagliare la burocrazia inutile, ma anche istituzionalizzare il tavolo tra le associazioni giovanili e MISE, sottolinea l’Anga, che ha apprezzato il percorso tracciato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, per interfacciarsi con i giovani.
“Molti sono gli ingredienti necessari per la ripresa, dal maggiore collegamento tra formazione e lavoro, alla promozione della cultura d’impresa – conclude Motolese –, ma tutti vanno incentrati sui giovani, senza i quali non esiste futuro per l’Italia”.
Per il nuovo anno i giovani di Confagricoltura chiedono che si completino le riforme rimaste in sospeso. E’ anche importante facilitare l’accesso al credito, intervenire sul costo del lavoro e tagliare la burocrazia inutile, ma anche istituzionalizzare il tavolo tra le associazioni giovanili e MISE, sottolinea l’Anga, che ha apprezzato il percorso tracciato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, per interfacciarsi con i giovani.
“Molti sono gli ingredienti necessari per la ripresa, dal maggiore collegamento tra formazione e lavoro, alla promozione della cultura d’impresa – conclude Motolese –, ma tutti vanno incentrati sui giovani, senza i quali non esiste futuro per l’Italia”.