Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) ha presentato oggi il progetto l'hub "Sustainable Food Design". L’obiettivo che si prefigge è quello di documentare le esperienze e i progetti dell'Italian Food Design, ovvero il modo nuovo di riprogettare i prodotti del nostro agroalimentare, coniugando una maggiore sostenibilità (ambientale e sociale) con una migliore qualità (nutrizionale ed organolettica). L'hub ha tra le finalità quello di integrare discipline diverse (le biotecnologie, l'agronomia, l'ecologia, la nutrizione, la chimica degli alimenti, il design, la gastronomia, la comunicazione e le scienze sociali) con lo scopo di accompagnare i produttori italiani nel percorso della transizione verde, anche attraverso dei veri e propri ‘brand di sostenibilità’. "L'hub – ha affermato la ricercatrice Crea Stefania Ruggeri - è un contenitore dove saranno fatte diverse azioni con l'intento di migliorare la sostenibilità delle PMI e di supportare la transizione ecologica, ma allo stesso tempo di trasmettere al consumatore il prodotto rinnovato motivandolo verso scelte diverse".
All’incontro ha partecipato anche il presidente dei Giovani di Confagricoltura (Anga) Francesco Mastrandrea che ha valutato positivamente il progetto Crea. “Mi sembra che da esso emerga in pieno che non c’è cibo senza agricoltura – ha osservato -. Qualsiasi dieta venga preferita dal consumatore (sia quella mediterranea, vegana, o occidentale) sempre dal campo si deve passare. Certo ci potrebbe essere il pericolo del cibo sintetico, costruito in laboratorio, ma siamo di fronte al no-food. Ed è importante non perdere il collegamento tra cibo e agricoltura, anche quando parliamo di prodotti trasformati; ad esempio il biscotto ha un’origine agricola. Ciò detto, il food design è importante per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori più esigenti, ad esempio i Millennials che sono attenti al valore del food e cercano qualità e innovazione”.
Mastrandrea ha poi ricordato l’impegno dell’Anga per la ricerca e l’innovazione; in quest’ottica i rapporti che ha istituito con centri universitari e di sperimentazione. “Il nostro mantra è ‘Agricoltura innovativa e grande’, dove per ‘grande’ si intende la capacità di fare massa critica sui mercati al fine di garantire sempre di più il valore all’interno della filiera”.