"Le produzioni ittiche in acqua dolce e marina forniscono circa 60.000 tonnellate di prodotti ad elevato valore nutritivo e soddisfano solo un quarto del fabbisogno nazionale e europeo. Per la FAO l’acquacoltura è il sistema di allevamento a più bassa impronta ambientale per uso di risorse”. Lo ha detto Pier Antonio Salvador, presidente dell'Associazione Italiana Piscicoltori di Confagricoltura, in occasione dell’audizione odierna alla commissione Agricoltura Camera dei Deputati sulla proposta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“L’acquacoltura italiana – ha sottolineato Salvador - garantisce tracciabilità e trasparenza del processo produttivo, qualità e sicurezza alimentare. L’Ho.Re.Ca. assorbe circa il 30-35% del prodotto allevato: occorre assicurare la massima tracciabilità e trasparenza dell’informazione, garantendo una etichettatura dell’origine dei prodotti ittici”.
Il PNRR include le azioni che coinvolgono l’acquacoltura, così come avviene per altri comparti agricoli, all’interno di un capitolo riservato all’agricoltura sostenibile. “Serve – conclude il presidente dell’Associazione Italiana Piscicoltori di Confagricoltura – anche riconoscere e valorizzare il ruolo di ‘sentinella ambientale’ del nostro settore, che preserva paesaggi e territori. Nelle aree umide e nelle lagune va, pertanto, potenziata e sostenuta l’acquacoltura, incentivando anche il ripopolamento delle acque pubbliche con specie ittiche”.