Confagricoltura Donna Puglia ha donato ai Capi delle Delegazioni presenti a Borgo Egnazia e a Sua Santità, in occasione del G7, il libro “Le grandi chef in una ricetta”.
“Mi sono impegnata per riuscirci - ha dichiarato la presidente di Confagricoltura Donna Puglia Elisa Aquilano - ed è motivo di grande orgoglio far conoscere ai ‘grandi della Terra’ il nostro progetto che, attraverso la pubblicazione del libro, ha unito grandi chef e agricoltura al femminile, evidenziando il forte impegno delle donne di Confagricoltura a tutela delle donne vittime di violenza”.
“Essere presenti con il nostro libro al G7, proprio grazie al grande sforzo organizzativo di Elisa – ha aggiunto la presidente nazionale, Alessandra Oddi Baglioni - è una straordinaria opportunità che sottolinea l’impegno dell’imprenditoria agricola femminile, contribuendo a mettere in evidenza la stretta connessione, troppo spesso dimenticata, tra la produzione di cibo e le tantissime eccellenze enogastronomiche. Non è certamente un caso che l’Italia, in Europa, abbia il maggior numero di prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica, a testimonianza del profondo legame tra l’agricoltura, la salute, il gusto, la qualità e l’economia”.
Nonostante le difficoltà, in Italia, le imprese agricole condotte da donne sono poco più di 200mila. La regione con il maggior numero di imprese femminili è la Sicilia, seguita da Puglia e Campania. All’interno dei comparti permane lo zoccolo duro dell’agriturismo, della multifunzionalità e delle fattorie didattiche (che rappresentano, complessivamente, il 60%), mentre le aziende biologiche sono condotte per la maggioranza da donne, negli allevamenti zootecnici superano il 43%, le floricole sfiorano il 50%.
Si è anche rafforzata la partecipazione femminile nel ruolo manageriale. Infatti, in 10 anni, i capi azienda donna sono passati da 1 su 4 del 2000 a 1 su 3. In dieci anni l’ingresso delle donne nelle società di capitali e di persone, nella fascia di età dai 18 ai 29 anni è più che raddoppiato, salendo dal 14% al 33,7%, a dimostrazione che la partecipazione femminile, a tutti i livelli, costituisce una componente vitale all’interno del sistema produttivo nazionale.