Confagricoltura Latina dice no alle note di credito richieste agli allevatori dai caseifici: sarebbero di fatto la tacita accettazione dello smantellamento del sistema allevatoriale bovino e bufalino dell’Agro Pontino. A dirlo è il presidente dell'associazione, Luigi Niccolini, che a nome della Confagricoltura provinciale chiede la difesa della qualità territoriale del prodotto e la tutela degli allevatori.
Il comparto zootecnico è tra quelli che, con il lockdown imposto per contenere la diffusione del Covid 19, ha pagato un prezzo molto alto. In provincia di Latina le ripercussioni potrebbero essere pesantissime e dunque servono misure urgenti.
“La filiera del latte bufalino rappresenta un pilastro dell’economia Pontina - prosegue Niccolini - creando un indotto di diversi milioni di euro tra allevatori, braccianti impiegati, veterinari, vendita e manutenzione di macchine agricole e attrezzature per la mungitura, agricoltori produttori di foraggi, industrie di mangimi, industrie lattiero-casearie e relativi operai, trasportatori, piazzisti ed infine supermercati”.
Il blocco del circuito ho.re.ca, ovvero le strutture alberghiere, i ristoranti e i bar, oltre che la chiusura delle mense e la pressochè totale riduzione delle esportazioni all’estero, ha comportato poi una contrazione delle vendite di mozzarelle di bufala.
“All’interno dell’intera filiera si corre il rischio che a pagare sia soprattutto l’anello debole della catena, l’allevatore, che si vedrebbe ridotto il costo del latte a danno delle aziende agricole che lo producono”, conclude il presidente di Confagricoltura Latina.