Un convegno “di peso”, con relatori di livello nazionale e di primo piano nel settore della ricerca e delle Tea, Tecniche di evoluzione assistita, per lo sviluppo del sistema Paese e dell’Europa intera. Confagricoltura Brescia ha portato alla Fazi di Montichiari un tema di stretta attualità: sabato 26 ottobre si è svolto il convegno “Tea, la ricerca in sostegno del Made in Italy”.
In apertura è intervenuto il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, anche nella sua nuova veste di leader del Copa a Bruxelles, che ha subito fissato i capisaldi: in un mondo che corre veloce verso i 10 miliardi di persone, gli agricoltori sono chiamati a produrre di più in un contesto generale difficile, fatto di cambiamenti climatici e di situazioni geopolitiche instabili. Per questo, il futuro dell’agricoltura non può che andare in una direzione: aumentare la capacità produttiva degli agricoltori europei, rendendoli più competitivi. “In questa battaglia – ha detto Giansanti - è fondamentale la partita delle Tea, della ricerca applicata all’agricoltura in grado di fornire mezzi per produrre sempre di più ed essere più competitivi rispettando le risorse naturali. Prima eravamo da soli ad affermare tutto ciò, ora tutti ci danno ragione, perché senza le Tea non c’è futuro, per dare agli agricoltori gli strumenti per vincere il cambiamento climatico”.
Gli ha fatto da spalla il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, ricordando che “tutto il mondo evoluto va sulla scienza, la sanità e la comunicazione sono solo due esempi, con tecniche innovative e sicure, perché la qualità della vita si fa con nuovi strumenti, come gli Ogm in alcune parti del mondo, mentre noi speriamo di avere una convergenza dopo tanti anni almeno sulle Tea, le tecniche di evoluzione assistita. Se non avremo la forza per andare verso questo modello, lo farà comunque il mercato e noi non possiamo lasciare i nostri agricoltori senza gli strumenti per competere, altrimenti diverremo solo un Paese trasformatore e più povero. La non scelta della classe politica ha fatto sì che oggi il nostro mais è costoso, faticoso da produrre e con tossine, ponendosi in concorrenza con le navi cariche di mais Ogm che arrivano dall’Argentina e dal Brasile nei nostri porti, destinato agli animali e a noi. Per questo – ha esortato Garbelli - confrontiamoci senza pregiudizi, diamo una svolta all’Italia, molliamo questo freno e ripartiamo”.
Per la parte politica, sono intervenuti al convegno l’europarlamentare Mariateresa Vivaldini, socia di Confagricoltura Brescia, e per la Regione il presidente Attilio Fontana e l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi. Mentre per quella tecnica hanno portato il loro punto di vista Daniele Rossi, presidente del gruppo di ricerca e innovazione del Copa-Cogeca a Bruxelles, Silvio Salvi, presidente della Società italiana di genetica agraria, Luigi Cattivelli, direttore del centro di Genomica e bioinformatica del Crea, ed Eugenio Tassinari, presidente di Assosementi.
In sala, insieme a un centinaio di agricoltori bresciani, c’erano anche tanti studenti degli istituti agrari della provincia, ai quali il presidente Garbelli ha affidato il compito di “portare avanti l’agricoltura bresciana, che è altamente specializzata ma, per mantenere questo primato, c’è bisogno di giovani formati, anche per affrontare le sfide della digitalizzazione”.
Nel pomeriggio anche i giovani di Anga Brescia si sono ritagliati il loro spazio, proponendo l’incontro “Sostenibilità in campo, le comunità energetiche che coltivano il futuro”. Mentre nella giornata di ieri Confagricoltura Brescia ha organizzato un altro convegno sul tema “Rinnovabili, non più futuro ma presente dell’agricoltura italiana”.