Va in archivio la campagna di raccolta 2023 del pomodoro da industria nel Nord Italia, all’insegna di un calo produttivo (-12% rispetto a quanto contrattato con l’industria), ma con un’ottima qualità.
«La stagione nel complesso è stata positiva – spiega Corrado Ferrari, presidente regionale della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura – con clima sostanzialmente mite, anche se le produzioni sono a volte state messe in difficoltà dal meteo».
In totale sono stati 38.928 gli ettari coltivati, dei quali 3.731 a produzione biologica. Sono state prodotte poco meno di 2,8 milioni di tonnellate di pomodoro, con una resa media di 71,88 tonnellate per ettaro (in calo rispetto alla media del quinquennio precedente, pari a 73,93 t/ha). Importante però la qualità, molto alta grazie ad un grado brix pari a 4,87, uno dei valori massimi dell’ultimo decennio. «La stagione dei trapianti – prosegue Ferrari – è stata interrotta dalle piogge, che ha costretto i produttori a una settimana e mezza di pausa vera e propria. La raccolta dunque si è chiusa in ritardo, ma agevolata da un settembre mite, che ha facilitato le operazioni, con le industrie di trasformazione che in ogni caso avevano già deciso di tenere aperti gli stabilimenti fino ai primi di ottobre».
Positiva, secondo Ferrari, l’intesa trovata sul prezzo, che è salito dai 10,80 €/q del 2022 ai 15 €/q di quest’anno: «Frutto di un clima di condivisione con l’industria, che ha preso coscienza di una situazione di carenza di prodotto e si è allineata ai prezzi internazionali. L’innalzamento del prezzo può sembrare importante, ma occorre ricordare come i 10,80 €/q dello scorso anno fossero largamente insufficienti per coprire i costi di produzione. L’adeguamento quindi era necessario».
Il dialogo tra produttori e trasformatori è stato favorito dal comportamento coeso di tutte e 13 le Op, tant’è che nella giornata di oggi è già stato convocato un tavolo d’intesa per iniziare a ragionare sull’annata 2024: «Le attuali condizioni di campagna creano forte curiosità attorno al pomodoro, ma occorre fare attenzione. L’eccesso di interesse può portare a conseguenze negative sul prezzo, e sappiamo bene come i costi produttivi non siano assolutamente diminuiti. Invito dunque i produttori a ragionare bene in sede di programmazione, in modo da salvaguardare la redditività delle loro aziende».
In provincia di Mantova, nel 2023, sono stati 3.817 gli ettari coltivati, con una produzione di oltre 3,3 milioni di quintali, in crescita rispetto al 2022, quando gli ettari furono 3.573 e i quintali prodotti 3,1 milioni. La nostra provincia è la più produttiva a livello regionale.