
In un’ampia intervista rilasciata ad AGRA EUROPE in qualità di presidente del COPA, Massimiliano Giansanti traccia le priorità nell’agenda del Comitato delle organizzazioni professionali agricole della UE: il prossimo negoziato sul bilancio, la riforma della Pac, le opportunità e i rischi dell’accordo con il Mercosur, le criticità del Nutri-Score, l’emergenza clima e quella della PSA.
“Grandi sfide attendono noi agricoltori, solo se agiamo come unità in Europa avremo la forza sufficiente per competere sui mercati internazionali con potenze mondiali come gli Stati Uniti e la Cina – dichiara Giansanti -. L’adesione di nuovi Stati membri all’UE richiederebbe un budget UE più ampio per l’agricoltura. La PAC necessita di essere riformata radicalmente, in futuro dovrà rafforzare la produttività delle aziende agricole e proteggere di più i redditi degli imprenditori”.
In cima alla lista delle priorità del COPA c'è la necessita di misure efficaci urgenti per combattere i mutamenti climatici e il potenziamento degli strumenti risarcitori in caso di catastrofi naturali, e la tutela del principio di reciprocità negli standard di sicurezza e qualità nei confronti dei Paesi terzi. “L’attuale formulazione dell’accordo Mercosur manca di reciprocità e ciò può avere conseguenze negative non solo per le imprese agricole, ma anche per i consumatori. Non garantisce gli stessi standard di produzione né gli stessi standard di sicurezza nel settore alimentare. Allo stesso tempo, ci sono chiari vantaggi per alcuni prodotti: il vino infatti ne trarrebbe beneficio, anche perché i produttori italiani hanno stabilito rapporti solidi con il Sudamerica. Ma questo non si applica alla carne bovina, al pollame, al riso, al mais e allo zucchero. Si tratta di prodotti che vengono già importati dall'Ucraina in grandi quantità e per lo più esenti da dazi. Per quanto riguarda il settore agricolo, gli svantaggi dell’accordo Mercosur superano chiaramente i vantaggi”.
Sull’emergenza PSA, il presidente del Copa ricorda che in Italia sono ancora numerosi i casi riscontrati nonostante le misure adottate e la situazione sanitaria ed economica tra gli allevamenti rimane estremamente critica, impattando anche sulle esportazioni di carne suina.
Altro tema importante quello dell’etichetta ‘a semaforo’. Grazie anche all'azione di Confagricoltura, sottolinea Giansanti, l’antitrust ha individuato problemi con il Nutri-Score. “Il sistema non è generalmente riconosciuto dalla comunità scientifica e non viene preso in considerazione nemmeno il profilo nutrizionale individuale. Inoltre l'etichetta si riferisce a 100 grammi del rispettivo prodotto e non ad una porzione. In questo modo i prodotti italiani di prima qualità e con denominazione d'origine e indicazione geografica vengono classificati come insalubri. Al contrario, dovrebbero essere protette dalla UE”.
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