“Prosegue il malcontento del mondo agricolo che ha animato le proteste in tutta Europa, accomunate da uno stesso fattore: una profonda insoddisfazione per l’attuale Politica Agricola Comune (Pac)” lo sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in un lungo articolo sul Sole 24 Ore.
Il presidente fa un’accurata analisi delle criticità del sistema di regole europee per l’agricoltura italiana e degli Stati membri, a partire dalla PAC, troppo sbilanciata verso gli obiettivi di tutela ambientale posti dal Green Deal, a discapito della produttività e della competitività delle imprese; per proseguire con gli squilibri provocati nei mercati dalla guerra in Ucraina, dalle importazioni dalla Russia e dalla crisi del Mar Rosso.
“Nonostante queste difficoltà, il settore primario – prosegue Giansanti - si è dimostrato resiliente agli squilibri di mercato e capace di continuare a garantire la sicurezza alimentare”.
Tuttavia gli agricoltori si sentono poco tutelati. Anche la recente intesa sul nuovo Regolamento Imballaggi è un esempio di come gli obiettivi ecologici europei, senza una programmazione strategica coerente, invalidino le imprese agricole. Nonostante i miglioramenti rispetto alla proposta iniziale – spiega il presidente della Confederazione - tale misura ci chiede di virare verso il riuso, con un conseguente aggravio dei costi per le imprese.
Il Green Deal, così com’è strutturato, propone di fatto un modello inattuabile e incredibilmente oneroso per le aziende.
Confagricoltura rimarca ancora una volta il fatto che la tutela delle risorse naturali e della biodiversità debba coesistere con la salvaguardia dei livelli di produzione.
Incentivi alla diffusione delle innovazioni e tutela della reciprocità delle regole, anche questi sono punti importanti di cui l’UE deve tener conto per le sfide del cambiamento climatico e la competitività delle imprese sul mercato europeo.
Infine, Giansanti fa un cenno all’allargamento della PAC all’Ucraina, operazione che, senza un piano di transizione e adeguamento alle regole comunitarie di produzione, comporterà una contrazione degli aiuti di Stato di almeno il 20%.
Il presidente di Confagricoltura ribadisce la necessità di aumentare le risorse e di snellire la burocrazia, nonché di rivedere la PAC.
Le ultime proposte di modifica giunte dalla Commissione, infatti, rappresentano un segnale importante ma ancora insufficiente. I limiti di questa Politica Agricola Comune sono innegabili. Serve pertanto un intervento profondo e immediato.