A due giorni dall’assemblea di Confagricoltura a Bruxelles, Il Sole 24 Ore pubblica un’intervista di Micaela Cappellini al presidente Massimiliano Giansanti sui temi che saranno dibattuti lunedì prossimo nella capitale belga, quando la Confederazione discuterà con i rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee e, contemporaneamente, si riunirà il Consiglio Agricoltura.
La risposta, annunciata in questi giorni, alle sollecitazioni degli agricoltori da parte della Commissione Ue è inadeguata. Giansanti spiega che servono da un lato decisioni immediate ed efficaci, dall’altro un lavoro più lungo per la definizione della prossima politica agricola comune. Le richieste sono riconducibili a una drastica semplificazione degli adempimenti burocratici imposti dalla PAC, il riconoscimento di un giusto reddito giusto per gli agricoltori e una maggiore protezione dalla concorrenza dei prodotti agricoli a basso prezzo provenienti da Paesi terzi attraverso il ritorno al multilateralismo. “Ci sono troppi modi diversi fare agricoltura nel mondo, ma poi il mercato è unico. E se il reddito degli agricoltori europei viene messo in crisi da una concorrenza sleale, - incalza Giansanti - loro per guadagnare dovranno tagliare i costi a discapito della qualità. Ci vuole un minimo comune denominatore di regole che valgano per tutti”.
“Sulla PAC servono soluzioni dirompenti, - afferma Giansanti - occorre il coraggio di cambiare le politiche che non hanno funzionato. La Pac è la madre di tutte le battaglie. Il disaccoppiamento voluto negli anni Duemila non ha funzionato, bisogna accompagnare con misure di mercato le produzioni degli Stati membri”.
“Molto di quello che chiediamo richiede del tempo per essere adottato. C’è bisogno di un dibattito, che penso durerà non meno di un anno e mezzo. Anche le proposte sul multilateralismo e sulla reciprocità hanno bisogno di tempo. Ora le istituzioni europee sono nel loro semestre bianco e tutto è rimandato al prossimo gennaio. Mi aspetto però che a gennaio ci si muova velocemente”.