
Ai microfoni di TGcom 24 Roberto, Caponi, direttore Politiche del lavoro, welfare e sicurezza sul lavoro di Confagricoltura, ha fatto il punto sul problema della mancanza di manodopera in agricoltura, in occasione del clickday sulla piattaforma del ministero dell’Interno che ricorre oggi, 27 marzo.
Caponi ha sottolineato come ci siano stati dei problemi di connessione al portale che hanno ritardato l’invio delle domande da parte degli operatori. Nel momento del clickday, ha precisato Caponi, la tempestività è fondamentale per il buon esito delle richieste, perché più tardi si arriva, più c’è il rischio di essere esclusi.
Inoltre le quote previste per il lavoro stagionale sono 44.000, di cui 22.000 riservate alle Associazioni di categoria, numero – ha ribadito Caponi – del tutto insufficiente, dal momento che ne sarebbero servite almeno 100.000.
Il numero di quote ridotto, insieme agli iniziali problemi di connessione al portale, possono portare a qualche difficoltà da parte delle imprese nella capacità di intercettare i lavoratori necessari.
Il direttore delle Politiche del lavoro di Confagricoltura ha ricordato poi come ci siano sempre meno italiani e meno giovani disposti a fare lavori stagionali come quelli agricoli. Tante le motivazioni, probabilmente anche il reddito di cittadinanza ha contribuito a rendere meno appetibili questi lavori. Anche i giovanissimi sono più propensi a svolgere altre attività. Maggiore interesse invece suscita l’attività agricola come attività imprenditoriale.
Persino i neocomunitari iniziano a scarseggiare, perché preferiscono tornare nei loro Paesi d’origine, per cui il numero di extracomunitari cresce sempre di più: in agricoltura 1/3 dei lavoratori è straniero e di questo il 60% è costituito da extracomunitari.
Per tamponare l’emergenza della carenza di manodopera, ha concluso Caponi, occorre innanzitutto quindi ricorrere ai lavoratori extracomunitari, ma è necessario anche lavorare ad una programmazione che tenga conto delle effettive esigenze delle aziende agricole e mettere in campo una serie di attività, anche a livello di formazione, che rendano da un lato i giovani più qualificati per il lavoro in agricoltura e dall’altro di nuovo attrattiva questa tipologia di attività per gli under 35.
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