“Nel trattato costitutivo dell’Unione europea si diceva chiaramente che la politica agricola europea dovesse garantire la sicurezza, oltre che la sovranità alimentare, un giusto prezzo per i consumatori e un adeguato reddito agli agricoltori. Oggi si può constatare come questi risultati non siano stati raggiunti”. Parte in questo modo l’analisi del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti su Focus Economia, su Radio24, a proposito di cosa muove le manifestazioni degli agricoltori in corso in diverse parti d’Europa e d’Italia.
Le regole del Green Deal hanno infatti portato ad una considerevole riduzione della capacità produttiva agricola europea e hanno messo in serie difficoltà le imprese del settore primario.
Giansanti ha ricordato anche come l’attuale PAC sia stata pensata nel 2018, in un contesto geopolitico completamente diverso da oggi, prima del Covid e prima delle guerre e delle loro conseguenze (basti pensare – come ha evidenziato il presidente - all’annullamento dei dazi sulle importazioni provenienti dall’Ucraina, che creano ulteriori difficoltà agli agricoltori europei).
E’ stato questo insieme complesso di fattori a far esplodere il disagio degli imprenditori agricoli di tutta Europa.
E se da un alto fa piacere che in Francia gli agricoltori abbiano trovato un accordo con il governo, che ha la possibilità di stanziare aiuti di Stato di diverse centinaia di migliaia di euro, dall’altro lato occorre fare attenzione a non creare Paesi con diverse velocità e squilibri a livello di competitività nel mercato domestico.
Quanto alla ripartizione delle risorse all’interno della filiera, altro tema delicato per i produttori, il presidente di Confagricoltura ha infine ribadito la necessità di garantire una giusta remunerazione a tutti gli attori della filiera.