“Noi agricoltori lavoriamo sotto il cielo, senza riparo, e le imprese agricole ora devono fare i conti con gli effetti del cambiamento climatico, che non risparmiano nessun comparto della produzione agroalimentare, il rincaro delle materie prime e dei costi energetici. E le avversità causano perdite di produzione, di reddito e danni ingenti alle strutture”. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervistato dal Quotidiano di Sicilia oggi in edicola, spiega quanto sia importante, oltreché necessario per le imprese agricole, investire nell’innovazione e nella ricerca applicata per contrastare gli effetti disastrosi dei mutamenti climatici. “È una sfida ambiziosa – precisa Giansanti - ma che può essere vinta grazie alla rete di imprese professionali aperte alle innovazioni tecnologiche e in grado di far fronte agli investimenti necessari per la sostenibilità ambientale. L'agricoltura è impegnata a garantire l'assorbimento di 310 milioni di tonnellate di gas ad effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica cinque anni dopo”.
Anche i boschi e le foreste sono strategici per l'ambiente, l'economia, la salvaguardia del pianeta e la lotta al clima pazzo. Sono circa 9 milioni di ettari le foreste, mentre quasi 2 milioni di ettari sono formati da boscaglie e macchia mediterranea. Oltre due terzi di queste aree è di proprietà privata, gestito da agricoltori e silvicoltori per fornire risorse rinnovabili fondamentali per lo sviluppo della bioeconomia e benefici alla collettività. Un patrimonio che va sorvegliato per evitare fenomeni dolosi degli incendi boschivi.
“I sistemi digitali portano all'ottimizzazione dei sistemi produttivi, rendendoli più efficienti, e quindi con un impatto ambientale più contenuto – prosegue nell’intervista il presidente di Confagricoltura -. La transizione ecologica e digitale ha bisogno anche di imprenditori giovani: loro sono certamente una risorsa che può incidere in questo processo perché sono aperti all'innovazione e attenti alla sostenibilità".