E un allarme,ma anche una sorta di sveglia quella che Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, ha voluto dare ieri nel giorno dell'Assemblea generale a Roma. "Coltiviamo certezze" dice lo slogan della giornata aperta insieme con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, e si parla delle "nuove sfide per la sicurezza alimentare e la sostenibilità", ma soprattutto di crisi globale e futuro. E anche un po' di passato quando Giansanti rievoca "40 anni di politiche comunitarie disastrose: il settore agricolo è passato dalle eccedenze alla carestia". E si rivolge direttamente al premier Mario Draghi cui chiede una politica agricola: "Serve un modello agricolo per il futuro da definire con tutta la filiera che l'Italia possa proporre al G7, che si basi su tecnologia, scienza e ricerca". Giansanti ricorda che "l'agroalimentare è il primo settore che contribuisce alla costruzione del Pil, in una fase storica difficilissima". Ci sono meno aziende agricole, calate del 64%, "ma quelle rimaste sono diventate più grandi e strutturate e riescono a stare sul mercato", sottolinea il presidente di Confagricoltura, che però avverte: "La logica dell'urgenza e dell'emergenza ci soffoca: si ascoltino anche le imprese oltre ai lavoratori, l'agricoltura non può più aspettare".
Giansanti chiede una "strategia e geopolitica del cibo per un piano globale dell'alimentazione" perché "ora è arrivato il momento di agire e affrontare il futuro", "ora c'è bisogno di scelte coraggiose", "ora i macro-numeri ci stanno dicendo che dobbiamo affrontare una crisi globale". La chiama "tempesta perfetta: tra crisi dei mercati, guerra, siccità, cambiamenti climatici" e le parole che vuole sentire dall'Europa sono "competitività e produttività" che "l'Unione deve garantire uguali per tutti". E chiede: "Vogliamo capire che qualcosa sta accadendo al mondo dell'agroalimentare?"... L'intero articolo sul Corriere della Sera oggi in edicola.