Tra i provvedimenti che il governo Draghi intende mettere in campo c’è il taglio (o la riduzione) dell’IVA per i beni alimentari per aiutare le famiglie in difficoltà e le aziende del settore, dato anche il fatto che il cibo è tra i beni che hanno subito i maggiori incrementi nell’ultimo anno. Il Centro Studi di Confagricoltura sul Messaggero ha fatto una stima degli eventuali risparmi sul carrello della spesa con un taglio dell’IVA dal 4% (la percentuale oggi sul pane fresco) allo 0% e dal 10% (IVA oggi su carne e pesce) al 5%.
Se la spesa delle famiglie nel 2022 aumenterà mediamente dell’8%, mensilmente si spenderanno 38 euro in più. Azzerando le voci IVA al 4% e dimezzando quelle al 10% si dovrebbe ottenere una riduzione degli aumenti di 16,5 euro. Secondo il Centro Studi di Confagricoltura quindi il taglio dell’imposta si tradurrebbe in un “guadagno” medio per le famiglie di 198 euro. Non sarà così per tutte: maggiore, ovviamente, sarà il beneficio per le famiglie di almeno 5 componenti. Anche a livello geografico ci saranno delle differenze: maggiore sarà il “guadagno” nelle regioni dove la spesa alimentare è più alta che in altre.
Inoltre, sottolinea Confagricoltura, il risparmio varierà a seconda dei generi acquistati. La carne, ad esempio, è più frequente nella dieta di chi sta meglio economicamente. Il Centro Studi della Confederazione ha calcolato che quasi un terzo del risparmio mensile avverrà proprio grazie al dimezzamento dell’IVA su questo bene.
Ci saranno tre euro di risparmio per i beni più popolari (quali pane, cereali, latte, uova, verdure fresche, acqua minerale e zucchero) e formaggi. Mentre le variazioni per gli altri prodotti del paniere saranno minime, intorno ad un euro. Invariati i costi di tè, caffè e cacao.
Così dimensionato, conclude Confagricoltura, l’aiuto alle famiglie sarà poca cosa rispetto agli aumenti dell’ultimo anno.