
Il presidente della Federazione di Prodotto Vitivinicoltura di Confagricoltura, Federico Castellucci, ai microfoni di Telepace al Vinitaly spiega i grandi cambiamenti che il mondo del vino sta vivendo. A partire dal lavoro che gli operatori del settore stanno portando avanti per gestire la forte riduzione che la produzione ha subito l’anno scorso a causa dei cambiamenti climatici.
L’alternarsi di grandinate e fasi di siccità hanno, infatti, alimentato fitopatie come la Peronospora e la Flavescenza dorata che hanno contribuito a portare la resa dei vigneti italiani sotto i 40 milioni di ettolitri.
“Il miglior modo di reagire a questa situazione è commercializzare bene il prodotto a disposizione capitalizzando l’ottima reputazione di cui il vino italiano, insieme a tutto l’agrifood nazionale, gode all’estero”, commenta Castellucci. Anche perché, le grandi giacenze che le cantine italiane stanno gestendo dal post-Covid in poi, non cennano a diminuire. “Complici – commenta il presidente del comparto –, sia la flessione dell’export e sia il cambio delle abitudini di consumo degli italiani passate dai 54 litri annui di fine secolo scorso agli attuali 37”.
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