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Mondo Agricolo - approfondimenti

Carenza di manodopera: il problema dei tempi

23 ottobre 2023
Carenza di manodopera: il problema dei tempi -  Mondo Agricolo - approfondimenti | Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana

L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo online

Di Roberto Caponi, direttore Politiche del Lavoro, Welfare e Sicurezza sul lavoro di Confagricoltura

 

Le preoccupazioni delle imprese agricole per la carenza di manodopera hanno trovato una prima risposta grazie al costante impegno di Confagricoltura. Con decreto del 19 luglio scorso, il governo ha infatti autorizzato l’ingresso di 40.000 unità aggiuntive (rispetto alle 44.000 riconosciute dal precedente DPCM) interamente destinate agli ingressi per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero.

La previsione di una integrazione della programmazione transitoria dei flussi definiti per il 2022 ha avuto quale obiettivo primario quella di assorbire l’eccedenza di domande già presentate. A fronte, infatti, delle 44.000 quote originariamente disponibili per il 2022, in occasione del click day del 27 marzo scorso sono state presentate oltre 90.000 domande per lavoro stagionale.

Una parte rilevante delle 40.000 quote integrative, pari a 15.000 unità, è riservata alle associazioni datoriali agricole più rappresentative (tra cui Confagricoltura), che si aggiunge alle 22.000 unità già riservate nel precedente decreto.

Da sottolineare che non ci sarà un nuovo click day. Le 40.000 quote integrative saranno assegnate a scorrimento alle imprese che hanno presentato domanda nel marzo scorso, ma che non si sono viste rilasciare i nulla osta per incapienza delle quote. Insomma, non saranno necessari ulteriori adempimenti da parte dei soggetti che hanno già presentato domanda.

La previsione delle quote integrative era stata fortemente voluta e richiesta da Confagricoltura, in occasione del tavolo di confronto avviato dal governo nei mesi scorsi, con lo scopo di definire i fabbisogni occupazionali e programmare un flusso di ingressi per i prossimi anni.

Nonostante l’ampliamento delle quote, la tardività nella pubblicazione del decreto (14 agosto scorso) e le farraginosità burocratiche rischiano seriamente di lasciare le aziende agricole in difficoltà.

Il vero problema, nonostante gli sforzi apprezzabili da parte del governo, rimane infatti quello dei tempi. Le esigenze produttive delle imprese agricole, dettate dai cicli biologici, non aspettano di certo le limitazioni di una procedura che non sembra ancora tarata sulle effettive esigenze aziendali agricole. Le maggiori criticità riguardano il rilascio dei visti d’ingresso da parte di alcuni Consolati Italiani nei Paesi di provenienza dei lavoratori extracomunitari. Ad esempio, in Marocco gli appuntamenti vengono fissati con gravissimo ritardo (a distanza di diversi mesi dal nulla osta) o addirittura non vengono fissati affatto, nonostante le continue sollecitazioni da parte degli interessati e della nostra Organizzazione.

Il problema è molto sentito, se si considera che la componente di lavoratori stranieri nel comparto primario presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi: quasi un terzo dei lavoratori agricoli presenti in Italia è infatti straniero, e la percentuale degli extracomunitari continua a salire. Per tale ragione, poter attingere alle quote di lavoratori extracomunitari per le attività stagionali, diventa assai importante, talvolta vitale per il buon andamento di alcune aziende.

Sono sicuramente apprezzabili le ultime iniziative del governo sul tema, finalizzate ad ampliare il numero delle quote, ad introdurre il silenzio assenso, ad alleggerire alcuni controlli, ad evitare la riapertura del click day, ma occorre intervenire sui tempi di emanazione e pubblicazione dei decreti flussi e sui tempi di rilascio dei visti di ingresso, altrimenti si vanificano gli sforzi fatti e si mettono in difficoltà le aziende agricole. Non a caso il presidente Giansanti ha reiteratamente e pubblicamente espresso forti perplessità in merito alle procedure attualmente esistenti, che vanno rinnovate e riviste, evidenziando il forte impegno profuso dalla Confederazione nel richiedere di velocizzare l’iter di ingresso di lavoratori stagionali extracomunitari.

Un sicuro passo avanti in tal senso il governo lo sta facendo con la programmazione triennale dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari, anche alla luce del cosiddetto Decreto Cutro. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato in via preliminare, con un unico provvedimento, le quote degli extracomunitari per ciascuno dei prossimi tre anni (2023-25), fissando il numero di ingressi per lavoro stagionale in 82.500 unità per il 2023, in 89.050 unità per il 2024 e in 93.550 unità per il 2025. Una volta pubblicato il decreto si avrà così certezza dei numeri disponibili per i prossimi anni e dei tempi per la presentazione delle domande.

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