L'articolo è presente sul numero di settembre 2024 di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
di Nicola Artoni
Governo e commissario straordinario introducono nuove restrizioni per fermare la PSA tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Pavia è la zona che più preoccupa: l’Unione provinciale denuncia capannoni svuotati nel 55% delle aziende socie
Un’ordinanza nazionale, a firma del commissario straordinario alla PSA Giovanni Filippini, con una serie di stringenti misure di prevenzione e di innalzamento dei livelli di biosicurezza, non solo nelle province incluse nelle zone di restrizione, ma anche su tutto il territorio regionale di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Questa la novità più importante emersa dal webinar straordinario organizzato da Confagricoltura Mantova, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, e dei presidenti della Federazione nazionale di prodotto suini di Confagricoltura, Rudy Milani e di Confagricoltura Mantova, Ferdinando Zampolli.
A partire dallo scorso 10 settembre sono partiti i lavori per chiudere tutti i varchi autostradali aperti nelle zone colpite, sfruttando le autostrade come barriere “naturali”. Oltre a questa misura di cinturazione degli assi viari, sarà intensificato il depopolamento del cinghiale grazie all’intervento delle polizie provinciali e dell’esercito, per creare delle vere e proprie zone tampone.
“La strategia messa in campo dal commissario Filippini – dice Beduschi – contiene provvedimenti studiati con attenzione, che hanno formalmente ricevuto il plauso della Commissione Europea. La strategia serve a mettere a terra azioni concrete. Tuttavia, va detto chiaramente che per vedere i primi risultati, dovremo attendere alcune settimane. La Psa è un’emergenza nazionale e siamo consapevoli dei sacrifici che stanno affrontando gli allevatori. La priorità assoluta è fare muro contro il virus. Nella nuova strategia, l’obiettivo principale è stabilire con precisione dove e come fermarlo”.
“Pavia e Lodi hanno già subito un importante trattamento di depopolamento – continua l’assessore – che di certo avrà ripercussioni serie sulle aziende, togliendo lavoro a loro e alla filiera. Sarà nostro compito garantire moratoria e sospensione dei pagamenti per mutui e altre scadenze. In questi mesi sono già stati spesi 30 milioni di euro di ristori diretti, per non parlare di quelli indiretti, che sono ancora più alti. Gli allevamenti devono diventare dei veri e propri fortini, non possiamo più permetterci errori”. Beduschi chiarisce che “Regione Lombardia ha agito con serietà, mettendo in campo meccanismi di controllo rigidi e iniziando un contenimento importante dei cinghiali. In un anno e mezzo ne abbiamo rimossi quasi 50.000, esempio purtroppo non sempre seguito in modo omogeneo”.
Quanto è lontana la Psa dalla provincia di Mantova, una delle più importanti dal punto di vista della suinicoltura, dunque? Lo spiega è Rudy Milani, presidente della Fnp suini di Confagricoltura. “I due cinghiali positivi più vicini rinvenuti sono quelli di Podenzano (Pc) e Borgo Val di Taro (Pr) - dice -, rispettivamente a 58 e 42 chilometri dai confini provinciali mantovani. Non siamo così lontani dunque, il virus corre verso gli allevamenti. La situazione è drammatica e ci porta ad avere zone di protezione e sorveglianza all’interno delle quali le aziende vendono sottocosto i propri capi, rimettendoci”.
“In Lombardia – prosegue Milani – sono 620.000 gli animali in zona di restrizione, tra 180.000 e 200.000 quelli nella sola Zona 3. Il 55% delle aziende suinicole di Confagricoltura Pavia attualmente ha i capannoni vuoti. Ecco perché servono indennizzi immediati e seri, oltre a un contenimento ancora più radicale della fauna selvatica. Non posso pensare che una filiera di tale portata, che smuove svariati miliardi di euro ogni anno, venga compromessa irrimediabilmente”.
“Per affrontare questa crisi - conclude l’assessore lombardo - servono interventi coordinati e un grande sforzo collettivo. Non c’è spazio per improvvisazioni o egoismi, dobbiamo fare squadra. Inoltre, è il momento di mettere da parte i toni da caccia al colpevole che certa politica sta cavalcando in modo strumentale, anche con la diffusione di vere e proprie fake news. Quello che serve ora è senso di responsabilità”.
Confagricoltura stima che la Peste Suina sia costata finora agli allevatori di suini 40 milioni di euro in perdite dirette e 75 milioni di euro in perdite indirette da quando il virus è stato rilevato per la prima volta a gennaio 2022. “C’è una sola parola che può descrivere lo stato d’animo degli agricoltori in questo momento: terrorizzati - spiega tristemente Rudy Milani -. C’è stata una sottovalutazione del problema nella fase iniziale. Adesso occorre intervenire con decisione sui cinghiali selvatici. Poi, bisogna riportare il settore in equilibrio, attraverso supporti concreti alle aziende. Questo è il momento di mettere intorno a un tavolo tutta la filiera, dalle banche ai trasformatori, per giungere a un accordo per la ripartenza”.
IL MASAF: POSSIBILE MOVIMENTARE I CAPI CON L’OK DEL SERVIZIO SANITARIO
L’ordinanza ministeriale di fine settembre contro la diffusione della Psa permette alle aziende interessate dalle zone in restrizione di procedere alla movimentazione dei capi, previa valutazione del rischio da parte del servizio sanitario. Una buona notizia, che accoglie le richieste di Confagricoltura. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli aveva infatti sollecitato le istituzioni a intervenire, vista la grave situazione degli allevamenti suinicoli nelle zone di restrizione da PSA (Peste Suina Africana), fermi nella produzione e nelle movimentazioni. La misura permette di iniziare a risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture e procedere alla ripresa dell’attività commerciale.
Positive anche la nuova perimetrazione in Gazzetta Ufficiale della UE che liberalizza zone prima in restrizione (in primis Sardegna, Piemonte e Calabria) e l’avanzamento dei lavori di contenimento della fauna selvatica con gli sbarramenti che si stanno attuando sulle vie autostradali. Occorre ancora lavorare per togliere la limitazione alla movimentazione tra Regioni con zone in restrizione comuni: i limiti e i confini amministrativi creano infatti solo difformità e impedimenti burocratici agli scambi commerciali.