L'articolo è presente sul numero di ottobre2024 di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
di Roberto Caponi
La semplificazione degli iter e l’accelerazione dei visti sono alcune delle questioni che restano irrisolte nel nuovo sistema di ingressi dei lavoratori extra Ue in Italia
Il governo ha apportato modifiche all’attuale sistema di ingresso in Italia di persone provenienti da Paesi extra Ue per motivi di lavoro anche stagionale, attraverso il decreto-legge n. 145/2024, entrato in vigore lo scorso 11 ottobre. Le novità introdotte hanno lo scopo da un lato, di aumentare la trasparenza del meccanismo di richiesta di lavoratori di origine extracomunitaria, dall’altro, di accorciare e rendere più certi i tempi. Nella definizione dell’iter sono state accolte alcune delle proposte avanzate da tempo dalla Confederazione e ribadite di recente in occasione delle consultazioni con il governo che hanno preceduto l’emanazione del decreto-legge.
Tra queste rientra, in primo luogo, la previsione che esclude dal sistema delle “quote” predeterminate dal decreto Flussi le richieste di conversione dei permessi di soggiorno per motivi stagionali in permessi per lavoro subordinato. Una norma che servirà a stabilizzare, laddove ce ne siano le condizioni, i rapporti di lavoro effettivamente e regolarmente instaurati con lavoratori stagionali. Sul fronte della semplificazione, invece, a fronte di alcuni miglioramenti – ad esempio, la digitalizzazione della procedura di sottoscrizione del contratto di soggiorno – il provvedimento presenta purtroppo anche diverse criticità legate ai rigidi controlli preventivi che le amministrazioni competenti dovranno effettuare per evitare il rischio che si ripetano comportamenti irregolari quali quelli emersi in occasione degli ultimi click day.
Rigidità, peraltro, acuite dalle indicazioni contenute nella circolare congiunta (ministeri Interno, Lavoro, Agricoltura, Turismo) del 24 ottobre 2024 in merito alle modalità di presentazione delle istanze. Confagricoltura ha dunque espresso puntualmente, in audizione davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati lo scorso 24 ottobre, una serie di proposte di modifica del provvedimento in sede di esame della legge di conversione. In primis, occorre ampliare il periodo di precompilazione delle richieste - prevista dal 1° al 30 novembre 2024 - che risulta essere troppo breve per i datori di lavoro e per le associazioni che li assistono nella presentazione delle pratiche, considerato peraltro che il click day per i lavoratori stagionali è fissato per il 12 febbraio 2025.
Va altresì ampliato il termine di 7 giorni (dal completamento dell’iter per il rilascio del visto di ingresso) entro cui il datore di lavoro deve confermare il proprio interesse ad assumere il lavoratore. La fase di rilascio dei visti d’ingresso rimane, infatti, quella più problematica ed incerta dato che, soprattutto in alcuni Paesi di provenienza, continuano a registrarsi ritardi incompatibili sia con la stagionalità dell’attività, sia con la programmazione aziendale. È indispensabile, inoltre, estendere il termine di 8 giorni attualmente previsto per la sottoscrizione e la trasmissione telematica del contratto di soggiorno allo Sportello Unico per l’immigrazione.
Nonostante la digitalizzazione della procedura, infatti, il termine risulta davvero troppo stretto per lo svolgimento di un complesso adempimento a carico del datore di lavoro (e del suo intermediario), con il rischio di compromettere definitivamente tutto l’iter di ingresso e di assunzione del lavoratore. Ed ancora. In merito alla “black list” dei datori di lavoro che non hanno concluso nei tre anni precedenti l’iter di assunzione di uno o più lavoratori stranieri – lista fortemente voluta dal governo per punire i furbetti degli ultimi click day – Confagricoltura auspica una definizione più ampia delle cause che consentano l’esclusione dalla lista.
Vanno infatti salvaguardati tutti i datori di lavoro incolpevoli che, in molteplici situazioni, non sono riusciti a portare a compimento in modo giustificato l’iter di assunzione. Basti pensare, ad esempio, ai casi in cui, per i forti ritardi nell’emanazione del visto, le attività stagionali per le quali era stato richiesto il lavoratore erano già state eseguite e concluse. Importante, inoltre, in merito alla valutazione della “capacità economica” delle aziende agricole, che vengano rimarcate le particolarità della normativa fiscale delle aziende del settore primario, nonché il peso di eventuali aiuti comunitari percepiti. Occorre, insomma che gli interventi di controllo e deterrenza introdotti dal governo non si traducano - come purtroppo accade spesso - in aggravi procedurali per tutte le aziende, anche di quelle che rispettano da sempre le regole e operano in trasparenza.