"Sono altissimi oggi i costi per produrre in serra riscaldata, a causa aumenti esponenziali dei costi di produzione, le bollette elettriche in primis, ma anche quelli degli imballaggi e dei concimi, che finiscono per mettere in grandi difficoltà i produttori florovivaistici. Il gas ha subito un aumento del 700% e sono cresciuti anche i prezzi dei sistemi di riscaldamento a biomassa. Tanto che presto in Italia, a causa dell’esplosione dei costi energetici, non sarà più possibile coltivare in serra riscaldata e ci sarà una 'migrazione' di alcune produzioni in Paesi più caldi". Così Luca de Michelis, presidente della Federazione nazionale florovivaismo di Confagricoltura, nonché presidente regionale di Confagricoltura Liguria, traccia un quadro piuttosto critico dell’attuale congiuntura di settore. "E’ già avvenuto per alcune colture floricole che un tempo erano prodotte nel nostro Paese. In Liguria, dove la floricoltura vale l’88% della plv agricola, riusciamo a stento a coltivare ancora i ranuncoli, che non necessitano di costi di riscaldamento e sono diffusi in tutta la regione. Non si possono invece più utilizzare al momento, proprio per non far aumentare la bolletta energetica, i sistemi di forzatura necessari per altri prodotti. Anche il più grande produttore europeo di crisantemi recisi, che coltiva in Sicilia, ha avuto enormi problemi".
Per quanto riguarda invece il mercato, la domanda resta molto alta. Negli ultimi anni è aumentata la vendita di fiori recisi legata al ritorno ad alcune abitudini galanti di un tempo. "Anche a San Valentino, ultima ricorrenza festeggiata, il bilancio – sottolinea De Michelis – è stato positivo. La prossima occasione di consumo sarà l’8 marzo, festa della Donna. La mimosa, che assieme alla ginestra è un’altra produzione tipica della Liguria, è già pronta perché la fioritura è anticipata rispetto agli altri anni a causa delle temperature molto miti».
L’annata sembra favorevole anche per la forte domanda di piante in vaso, dalle aromatiche alle piante fiorite, ma sono ricercate anche le alberature prodotte in Toscana e in altre regioni. "L’appeal del verde – conferma De Michelis – è oggi in crescita, complice forse il lockdown che ha cambiato un po’ le abitudini frenetiche della vita quotidiana facendo riscoprire la cura delle piante ornamentali". (F.B.)