Luca De Michelis, 53 anni, agronomo, è il nuovo presidente della Federazione nazionale di Prodotto Florovivaismo di Confagricoltura. È imprenditore agricolo della Piana di Albenga dove conduce un’azienda di un ettaro e mezzo a produzione monovarietale di dipladenia. È anche presidente di Confagricoltura Liguria e di Confagricoltura Savona, nonché del Distretto florovivaistico ligure.
“Il comparto florovivaistico chiede da anni un Osservatorio per i dati statistici ed economici sulla produzione e sugli scambi import-export, anche in vista di un percorso di valorizzazione e promozione della qualità delle produzioni nazionali”. Così De Michelis, che valuta positivamente la creazione di un Ufficio statistico per la raccolta e l’analisi dei dati economici del settore, comprese le importazioni ed esportazioni tra l’Unione europea e i paesi terzi. Lo prevede il disegno di legge sul florovivaismo “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, che ha ricevuto il via libera dalla Camera nel novembre scorso, ma deve essere ancora approvato in Senato. “Un disegno di legge - commenta - “che può essere migliorato, ma va valutato positivamente per il giusto riconoscimento che finalmente viene dato al settore”.
E tra le novità in arrivo con la nuova legge, l’ufficio di statistica che raccoglie grandi consensi tra i florovivaisti: “Non essendo il comparto in grado di fornire dati organizzati – precisa De Michelis - è difficile fare promozione sul made in Italy e ad oggi nessun prodotto italiano è mai arrivato al riconoscimento Igp o Dop. L’ufficio statistico rappresenta quindi un passaggio fondamentale per valorizzare i prodotti italiani all’estero. La Liguria e la Toscana esportano quasi il 90% della produzione, in Sicilia c’è il più grande produttore europeo di crisantemi recisi, a Pistoia una grande tradizione vivaistica senza contare la notorietà livello internazionale raggiunta dalle aziende italiane nella creazione e manutenzione del verde. Sono anche italiani i più grandi ibridatori europei di rose. Eppure siamo la Cenerentola dell’agricoltura per la promozione del florovivaismo made in Italy”.
Anche il sostegno alla ricerca per le innovazioni tecnologiche, indicato tra le priorità del disegno di legge sul florovivaismo, resta fondamentale per la creazione di novità varietali in grado di soddisfare la richiesta del mercato. “Il prodotto italiano - spiega De Michelis - si è già riqualificato in modo significativo sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale legata all’innovazione tecnologica. In questo ambito siamo già arrivati al florovivaismo 5.0. Dobbiamo però dare nuovo slancio anche alla ricerca di nuovi prodotti”.
Un’altra priorità per il florovivaismo è il miglioramento della logistica, altro passaggio fondamentale del disegno di legge sul settore: “Il trasporto avviene prevalentemente su gomma e – fa notare De Michelis – mancano le infrastrutture, le piattaforme di raccolta e di smistamento. Un gap che mette in grande difficoltà la fase di distribuzione e commercializzazione dei prodotti”.
E qual è il bilancio dall’inizio della pandemia? “Da marzo dello scorso ad oggi – ha risposto De Michelis - il florovivaismo è stato duramente colpito soprattutto per quanto riguarda il comparto dei fiori recisi che non è stato possibile commercializzare nei primi mesi di chiusura totale. Appena i negozi al dettaglio e le attività di vendita sono ripartite, grazie anche all’intervento di Confagricoltura, sono ripresi anche gli acquisti, soprattutto dall’estero. Ad oggi permangono, soprattutto in Italia, le incertezze legate alle restrizioni prolungate per la pandemia. In compenso si è registrato un notevole incremento dell’e-commerce”. (F. B.)
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