“Una rete nasce con lo scopo di valorizzare iniziative di agricoltura sociale e offre la possibilità a diversi interlocutori di conoscersi, incontrarsi e collaborare. Le iniziative di agricoltura sociale di maggiore impatto e incisività sono proprio le iniziative di rete. Quelle che dimostrano in modo esemplare come proprio l’agricoltura che produce cibo per la collettività possa diventare anche momento di inclusione sociale”. Così Marco Berardo Di Stefano, presidente della Rete Fattorie Sociali, sottolinea il valore della solidarietà come impegno che coinvolge direttamente le aziende agricole, come è stato di ribadito anche nella cerimonia di premiazione dei vincitori del bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale” il 24 gennaio scorso.
Le fattorie sociali in Italia sono circa 3500 in totale. In queste realtà - come spiega Di Stefano - le imprese agricole entrano in contatto e collaborano con le associazioni del territorio che si occupano a vario titolo di vittime di violenza e di soggetti fragili, mettendo a disposizione la ricchezza di un contesto naturale che offre la possibilità di avviare interventi che in altri contesti non sarebbero possibili, sia dal punto di vista dell'inserimento lavorativo, sia dal punto di vista terapeutico o riabilitativo.
“In questo percorso di eccellenza, anche durante la pandemia da Covid-19, le imprese che si occupano anche di agricoltura sociale – ha sottolineato il presidente della Rete Fattorie Sociali – hanno dato, proprio grazie alla loro distribuzione capillare su tutto il territorio nazionale, riscontri positivi anche laddove non era facile continuare a operare a causa delle fortissime restrizioni sanitarie. Anche in zone periferiche viene infatti offerta la possibilità di ricevere determinati servizi sociali e proprio in queste zone le aziende agricole svolgono una funzione di presidio territoriale importante”.
La Rete Fattorie Sociali sta lavorando da molti anni per fare in modo che venga riconosciuto il valore delle iniziative di agricoltura sociale, sostenendo che proprio le istituzioni sono le prime a trarre vantaggio da queste iniziative. “Ci sono dei bandi che finanziano iniziative di agricoltura sociale – sottolinea Di Stefano - Noi vorremmo che queste forme di sostegno diventassero sistematiche, che fossero legate a interventi strutturali come succede in altri Paesi europei. I servizi erogati, quindi, non dovrebbero essere supportati solo dai bandi ma in modo continuativo da convenzioni con le strutture pubbliche. Qualche convenzione già esiste, frutto di collaborazioni tra aziende agricole e istituzioni con risultati eccellenti, ma dovrebbero essere più diffuse”.
“Il nostro obiettivo è oggi quello di arrivare alla creazione di un marchio sull'agricoltura sociale che sia riconosciuto dal ministero dell'Agricoltura – ha concluso Marco Berardo Di Stefano - Occorre, infatti, fare in modo che i consumatori sappiano che il prodotto che acquistano deriva dall'agricoltura sociale, quindi da un impegno nel valore della solidarietà in grado di creare anche posti di lavoro.” (F.BA.)