Nocciole biologiche, prodotte in una zona della Sicilia particolarmente vocata: le colline del Parco dei Nebrodi, nel messinese. Qui i noccioleti (assieme ad agrumeti e uliveti) fanno da cornice all’Agriturismo "Don Cesarino", che offre la possibilità di soggiornare nelle antiche case coloniche interamente ristrutturate che si trovano nei poderi siti in Castell’Umberto e facenti parte dell’Azienda Agricola Ing. Dario Di Vincenzo, che si sviluppa anche sui Comuni di Tortorici e Floresta. “Conferiamo il prodotto, in guscio, tutto certificato biologico ai grossisti.
I noccioleti sono coltivazioni storiche in questa zona dei Nebrodi – spiega Dario Di Vincenzo, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto “Frutta in Guscio” di Confagricoltura – che, per il suo verde, fatto per lo più di noccioleti e castagneti in collina e boschi di conifere e di faggi in alta montagna, è chiamata “la Svizzera” della Sicilia. La corilicoltura siciliana, su cui si basava l’economia d’interi territori, come quello nebroideo, ha vissuto purtroppo dagli anni ’80 sino ai primi anni del nuovo millennio, un periodo alquanto difficile che ha portato a volte anche a grandi abbandoni di porzioni rilevanti del territorio. Le difficoltà di meccanizzazione legate a terreni fortemente acclivi, gli alti costi di produzione e la forte concorrenza della nocciola d’importazione extra UE, proveniente soprattutto dalla Turchia, le principali cause. Grazie però a una crescita della domanda mondiale, e con essa alla ripresa delle quotazioni, unitamente ad una specifica misura del PSR 2007/2013, tanti produttori sono tornati a coltivare, raccogliere ed investire in questa coltura.
L’anno scorso il prezzo delle nocciole biologiche era intorno ai 280-310 euro al quintale, e negli ultimi anni si sono avute delle quotazioni anche nettamente superiori. Quest’anno, invece, a causa di una scarsa impollinazione, dell’intensa prolungata siccità e del perdurare di temperature elevate per parecchi mesi, il raccolto è stato quasi del tutto azzerato, con perdite di produzione variabili tra l’80 e il 100%, in una regione dove i terreni investiti a nocciolo superano gli 11mila ettari”.
Su questa coltura storica per la zona e oggi sempre più diffusa a livello nazionale e internazionale, si sono focalizzati gli Stati Generali della Nocciola Siciliana che si sono svolti lo scorso 9 ottobre a Sinagra ed Ucria su iniziativa del Gal (Gruppo azione locale) Nebrodi Plus. “E’ fondamentale – spiega Di Vincenzo – puntare sul legame identitario tra il prodotto, territorio e paesaggio in un’ottica di sviluppo sinergico dell’offerta turistica e agroalimentare, replicando il modello di quanto avvenuto in altre parti d’Italia, come ad esempio nelle Langhe per la nocciola piemontese, in modo da promuovere il turismo dei luoghi del gusto, che deve però essere anche e soprattutto esperienziale e relazionale ”.
Dal meeting, che si è svolto nella mattinata a Sinagra con l’intervento del presidente delle Città della Nocciola, Rosario D'Acunto e il pomeriggio ad Ucria con il coordinatore del tavolo Mipaaf sulla nocciola Alberto Manzo, è emersa anche la proposta di realizzare un “club di prodotto” da promuovere sui circuiti nazionali ed internazionali. Le risorse potrebbero essere trovate dai fondi in transizione in applicazione del Regolamento UE 2020/2220 del 23 dicembre 2021.
“L’attenzione è rivolta anche al nuovo Piano Corilicolo Nazionale, fermo al 2012 e attualmente in corso di definizione al Mipaaf - sottolinea Di Vincenzo - che dovrà tenere conto delle nuove criticità, come del mutato panorama produttivo e in particolare delle specificità dei tanti territori oggi dediti a tale produzione: alle già notevoli differenze tra le regioni tradizionalmente vocate, oggi si sommano le diverse peculiarità delle nuove regioni che in questi ultimi anni si sono affacciate a tale coltura, investendo parte dei loro territori a nocciolo.”
In occasione di tale incontro, si sono così portate all’attenzione degli esponenti del tavolo del ministero presenti alcune proposte del territorio dei Nebrodi per il Piano Corilicolo Nazionale e si sono al contempo gettate le basi per la definizione di un Piano Corilicolo Siciliano, previsto anche nel recente accordo di filiera promosso dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Sicilia, che in coerenza col Piano Corilicolo Nazionale, potrebbe costituirne una sua declinazione di maggior dettaglio a scala locale, per quanto concerne tutti i diversi aspetti, anche in termini di difesa della coltura. Il Gal Nebrodi Plus si è impegnato a mettere al servizio della filiera corilicola siciliana i propri tecnici per strutturare la proposta di un Piano Corilicolo Siciliano e dare un contributo alla redazione del Piano Nazionale. (F. B.)