Editoriale del Presidente Massimiliano Giansanti per il n. 9/2020 di Mondo Agricolo.
La Commissione europea ha pubblicato la Strategia annuale per la crescita sostenibile relativa al 2021, un documento che definisce gli obiettivi da raggiungere con la “Recovery and Resilince Facility”, il principale contenitore di sussidi a fondo perduto e prestiti ai Paesi, stabiliti nell’ambito del Recovery Fund. La Strategia conferma l’obiettivo basato sul Green Deal europeo e sul concetto di sostenibilità competitiva. Da qui le sette linee guida ai governi della Ue: energia, ristrutturazione, rifornimento, connessione, modernizzazione, crescita, riqualificazione professionale.
L’agricoltura ha tutte le carte in regola per contribuire in maniera determinante alla definizione del Recovery Plan che il nostro Paese dovrà presentare in tempi brevi. La pandemia ha mostrato i punti di forza e di debolezza del nostro sistema agroalimentare. Il punto di forza è la riscoperta dei beni primari, riportando l’attenzione su quelli essenziali, come i prodotti agricoli. Il punto debole è la strutturale non autosufficienza della produzione agricola e la conseguente dipendenza dalle importazioni estere. La sfida ora è sia qualitativa, sia quantitativa: produrre di più e con maggiore qualità. E la strada non può essere che la tecnologia. Occorre investire nella ricerca, creando o rinforzando cluster di imprese e Università per la sperimentazione di varietà nuove, più resistenti. E bisogna diffondere l’agricoltura di precisione con strumenti adeguati, primo fra tutti la digitalizzazione, collegando quelle popolazioni rurali che ancora non hanno accesso alla banda larga.
Obiettivi da tempo individuati e perseguiti da Confagricoltura e che ora possono essere raggiunti. Occorrono però interventi mirati da parte delle Istituzioni, di concerto con le tante imprese innovative del settore e, soprattutto, una visione nuova da parte di tutti gli stakeholder, che veda nell’agricoltura una grande opportunità e non un settore da abbandonare al suo declino.
E’ una partita difficile, che non può essere giocata a livello nazionale. Per questo l’Europa deve prendere in mano il suo destino, governando il cambiamento secondo un progetto comune, cercando di dare una sostanza politica agli aiuti straordinari del Recovery Fund, trasformandoli da strumenti finanziari a strumenti di governo. Non solo per uscire dalla crisi, ma per entrare nel nuovo Continente che si sta disegnando.
Massimiliano Giansanti