In flessione le malattie dell’uomo legate alle zoonosi e alle infezioni alimentari nel 2020. Il numero di infezioni causate da contaminazioni alimentari è diminuito del 47% rispetto all’anno precedente. Il dato emerge dal rapporto annuale “One Health" dell’Ue sulle zoonosi, curato dall'Efsa (Autorità europea sulla sicurezza alimentare) e dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), pubblicato a dicembre 2021.
Il calo delle infezioni alimentari (tra il 7% e il 53% a seconda della malattia riferita) è legato, secondo gli esperti, alla pandemia da Covid-19, che ha cambiato le modalità di ricorso all’assistenza sanitaria, viste le limitazioni per viaggi ed eventi, la chiusura di molti ristoranti, l'obbligo di quarantena e altre misure di contenimento, come l'uso di mascherine, il distanziamento sociale ed altri importanti accorgimenti quali la disinfezione continua delle mani.
La campilobatteriosi è al primo posto tra le zoonosi riscontrate nell’uomo in ambito Ue, con quasi 121mila casi contro gli oltre 220mila dell'anno precedente, seguita poi dalla salmonellosi, che ha interessato quasi 53mila individui contro gli 88mila dell’anno precedente. In successione, le malattie più segnalate sono state la yersiniosi (con oltre 5.500 casi) e le infezioni causate da E.coli produttore di Shigatoxina (con quasi 4.500 casi). La listeriosi, quinta zoonosi nell’Ue (con quasi 1.900 casi) e ha colpito soprattutto persone di età superiore a 64 anni. Per quanto riguarda le infezioni legate ad alimenti contaminati nel 2020 sono tati rilevati quasi 3.200 focolai infettivi legati soprattutto, causa del 23% dei focolai dovute a uova, ovoprodotti e carne di maiale.
La listeriosi e le infezioni da virus del Nilo occidentale sono state le due malattie con i più alti tassi di mortalità e ricoveri ospedalieri. La maggior parte di queste ultime, contratte in loco, sono state riferite in Grecia, Spagna e Italia.