“E’ positiva la vittoria del nostro consorzio della Doc Prosecco sul Nosecco, marchio di una bevanda analcolica dal nome collegabile a quello delle bollicine italiane che era stata lanciata sul mercato inglese da Les Grands Chais de France, una delle principali aziende vinicole francesi”. Così Federico Castellucci, presidente della Federazione nazionale vino di Confagricoltura, commenta la sentenza emanata nei giorni scorsi dall'Alta Corte inglese a favore del consorzio veneto che, agli inizi del 2018, aveva iniziato una battaglia legale rivolgendosi all’Intellectual property office britannico per impedire alla cantina francese di usare il nome "Nosecco".
“Non è la prima volta che il termine viene usato impropriamente - aggiunge - e ha fatto bene il Consorzio del Prosecco a difendersi in questo modo. Del resto proprio in Francia lo stesso Comité interprofessionnel du vin de Champagne ha sempre tutelato la denominazione che rappresenta in modo sistematico ed efficace. Questo tentativo di evocazione del made in Italy dimostra tuttavia che, anche in un contesto di congiuntura difficile come quello attuale, le nostre bollicine sono in grado di raccogliere consensi all’estero. Per questo - continua Castellucci - occorre ripartire con grande energia. Il canale ho.re.ca è in difficoltà, ma è fondamentale per la ripartenza l’attività di promozione dei vini italiani. Occorre tuttavia muoversi assieme senza scoraggiarsi”.
Per agevolare la ripartenza del settore occorrono tuttavia aiuti tempestivi e anche una riduzione della burocrazia. Castellucci sottolinea l’inadeguatezza delle risorse stanziate per i premi di distillazione: “In alcune regioni sono risultati troppo bassi e in mancanza di un’integrazione da parte delle Regioni, hanno ricevuto poche adesioni”. (F. B.)