L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo online
di Dario Giardi
La musica incide sulla produzione agricola. Lo dice anche la scuola di viticoltura di Klosterneuburg in Austria, che dimostra un aumento della glicerina e una diminuzione di zucchero, a vantaggio della qualità.
Cambiamenti climatici, impoverimento del suolo, siccità e desertificazione sono solo alcune delle esternalità naturali che ogni giorno le aziende agricole devono affrontare. Le innovazioni e le nuove tecnologie sono un validissimo aiuto ai rischi ambientali che hanno conseguenze dirette sull’economia e sulla salute umana, ma tra i cambiamenti da mettere in atto per uno sviluppo sempre più sostenibile e resiliente sta trovando spazio anche l’agricoltura biosonora. Nonostante se ne conoscano gli incredibili effetti da più di mezzo secolo, tale pratica è utilizzata pochissimo e pubblicizzata ancor meno, ma può aiutare l’agricoltura così come la zootecnia a migliorare le proprie produzioni. Come nella medicina, il suono può contribuire a curare o alleviare le sofferenze di una persona aumentando la sua gioia di vivere, così anche nel mondo vegetale il suono può accrescere vitalità e vigore, in special modo nella vite, pianta tra le più complesse e misteriose. Crescere la vigna con note musicali significa, in concreto, avere una piantagione più sana e protetta. I Sonor Wines sono molto sfruttati nella nostra vicina Austria per migliorare la fermentazione dell’uva. La scuola di viticoltura di Klosterneuburg, studiando il processo, ha potuto dimostrare un aumento del valore di glicerina e una diminuzione di quello di zucchero, a vantaggio quindi della qualità generale del vino. Le facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e di Pisa hanno seguito alcuni viticoltori che utilizzano questa tecnica e sono arrivate alla conclusione che le piante di Sangiovese nutrite a Vivaldi e Mozart sono cresciute il 50 % in più del normale, con grappoli maturati in anticipo e soprattutto esenti da ogni tipo di parassita. Le frequenze musicali, infatti, non solo aiutano il metabolismo della pianta ma fungono anche da antiparassitari, poiché le vibrazioni hanno un vero è proprio effetto repellente, tenendo naturalmente lontani gli insetti e i predatori. Per approfondire l’argomento si consiglia la lettura di un libro uscito negli anni ’70 intitolato “The secret life of plants” di Peter Tompkins & Christopher Bird. C’è chi si è avventurato in questo nuovo mondo e nuovo modo di produrre un po’ per gioco e c’è chi lo ha fatto per fede e assoluta convinzione. Il noto direttore d’orchestra Beppe Vessicchio, a Copertino, nutre quattro ettari di terreno con sonate, rondò e frequenze pure, perché, come anticipa il titolo del suo libro, “La musica fa crescere i pomodori”. Altro nome illustre catturato dalle potenzialità dell’agricoltura biosonora, è il direttore d’orchestra Sir John Eliot Gardiner, che ha parlato dello stretto rapporto fra musica e agricoltura durante un suo intervento alla conferenza Harmony in Food and Farming. Coltivare i campi, sostiene il direttore dall’alto della sua esperienza come proprietario terriero e agricoltore, è come condurre un’orchestra. La musica, per sua stessa natura, è fluida e nasce solo quando c’è il giusto numero di persone competenti che la suonano. Se ci si oppone a loro, si finisce per ottenere una performance sterile, allo stesso modo va ascoltata la natura che ci circonda e condotto e curato in modo rispettoso il suolo della propria fattoria. Che dire invece sull’uso della musicoterapia nelle stalle e negli allevamenti per aumentare il benessere degli animali e la produzione? Modern Farmer, autorevole magazine americano sull’agricoltura e il cibo, ha pubblicato un articolo dal titolo “Milking to Music”, nel quale si consiglia di far ascoltare ai bovini da latte specifiche musiche per migliorare in termini qualitativi la produzione. Il manzo Kobe, proveniente dagli allevamenti giapponesi, deve rispettare rigide procedure di allevamento: i vitelli devono essere nutriti a birra e grano e massaggiati con un guanto di crine, ma soprattutto nelle stalle deve essere diffusa continuamente musica classica. Secondo il Music Research Group di Leicester la musica sembra avere un effetto positivo anche sulle galline: la sua filodiffusione in alcuni pollai ha permesso un aumento della produzione di uova. In conclusione, come affermò il fisico più famoso di sempre, Albert Einstein: “Tutto è vibrazione”. La vita, in ogni sua manifestazione, pur configurandosi sotto forma di materia, non è che il risultato di una danza meravigliosa. Il suono generato dalla creazione è insito in noi, ci accomuna tutti e perciò fa del bene a tutti, piante, animali e umani.