Da oltre vent’anni l’Italia non cresce e ciò a causa di problemi strutturali noti, ma mai affrontati con sufficiente determinazione. Il ‘Next Generation Eu’ ci offre la possibilità di rimuovere questi ostacoli e il ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’, predisposto dal governo, almeno nella sua visione di fondo, è condivisibile. Nella premessa si legge che lo sviluppo lo fanno le imprese e che allo Stato compete di eliminare i vincoli al pieno dispiegarsi delle capacità imprenditoriali di cui è ricco il Paese. E si afferma altresì che la crescita è il fattore che può rendere possibile politiche volte a promuovere la sostenibilità sociale e quella ambientale. E questo è un bel passo avanti rispetto ad una visione che invece vuole contrapposte la sostenibilità economica e quelle ambientale e sociale. Un obiettivo che vede nell’innovazione e nella digitalizzazione i driver per far uscire l’Italia dalla sua lunga stagnazione e ridurre le disuguaglianze che la pandemia ha acuito.
Siamo di fronte ad un momento decisivo e, come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Premio nazionale per l’Innovazione ‘Premio dei Premi’, istituito presso la Fondazione Cotec,”molto dipenderà da quanto e da come investiremo in ricerca e innovazione, da come sapremo sostenerle e indirizzarle, da quanto saremo capaci di condividerne i risultati”. Un messaggio di speranza che arriva alla fine di un anno che nessuno di noi avrebbe mai voluto vivere.
In maniera un po’ scaramantica aspettiamo tutti il 31 dicembre quasi con sollievo, pur nella consapevolezza che la lotta al virus non è finita e che ci attendono mesi ancora difficili. Una lotta che richiede serietà, responsabilità, sacrifici e unità, che sono alla base di tutte le regole ma che, grazie all’arrivo ormai imminente del vaccino per il Covid-19 - a cui ancora una volta la ricerca ha dato un contributo determinante - e alle risorse che l’Europa è riuscita a mobilitare, ci dà la possibilità e ci obbliga a guardare al dopo ed a cominciare a ricostruirlo. Solo così ne verremo fuori, come sempre nella nostra storia.
Massimiliano Giansanti