Pochi prodotti agricoli sono così versatili come le foglie e fiori delle piante aromatiche: sono utilizzati da sempre in campo alimentare, cosmetico, farmaceutico e medico tanto da essere sempre più coltivati anche nel nostro Paese. In particolare, secondo i dati diffusi in occasione di Macfrut, di spezie, erbe officinali e aromatiche, l’Italia ne produce 25 milioni di chili, un business importante che coinvolge 6.200 aziende che investono su oltre 24mila ettari, una superficie che dal 2013 al 2016 si è triplicata.
Dalle erbe aromatiche, in particolare si ricavano, infatti, oli essenziali ed estratti idroalcolici che svolgono un’azione antibatterica, antimicotica, antiossidante e antivirale. Proprio in virtù della loro attività antimicrobica (e insetto-repellenza), bassa tossicità e sostenibilità, come riporta un articolo del Notiziario d’informazione dell’Accademia dei Georgofili a firma di Franco Palla, possono oggi essere utilizzati anche in agricoltura, nella conservazione dei beni culturali e nelle industrie del legno.
Non è un caso che piante aromatiche dell’area mediterranea, come l’Origanum vulgare L. e il Thymus vulgaris L., siano state utilizzate fin dall'antichità per combattere colonizzazioni microbiche e infestazioni da insetti. Oggi oli essenziali o idroalcolici di origano e timo sono utilizzati contro le infestazioni da Anobium punctatum (famiglia Anobiidae) in teste lignee di pupi siciliani, o per contenere lo sviluppo di colonie microbiche presenti sulla superficie di sculture lignee (Aspergillus flavus) o di manufatti etnoantropologici in pelle (Bacillus sp., Georgenia sp., Ornithinibacillus sp.,Streptomyces sp., Aspergillus sp.).
In alcuni studi le soluzioni di timo sono state usate per bloccare lo sviluppo di un biofilm scoperto sotto le tessere del mosaico pavimentale della Casa di Leda, nel Parco Archeologico Solunto a Palermo. Inoltre, un sistema di diffusione a freddo di oli essenziali si è rivelato utile per migliorare la qualità dell'aria in spazi indoor utilizzati per l’esposizione e la conservazione del patrimonio culturale.
Passando all’agricoltura, numerosi studi dimostrano come gli estratti delle piante aromatiche possono essere utilizzati in agricoltura come alternativa ai prodotti chimici di sintesi, generalmente non degradabili e in grado di persistere a lungo nell'ambiente. Oli essenziali estratti da Apiaceae, Lamiaceae, Myrtaceae, Rutaceae, Verbenaceae e Zingiberaceae mostrano una vasta gamma di effetti letali e sub-letali su colonie microbiche, insetti e acari, permettendo la pianificazione di alternative ecologiche ai prodotti chimici di sintesi, come carbammati, piretroidi, organoclorurati e organofosfati. (F.B.)