Si è arenata la trattativa per il rinnovo dell’Accordo Quadro per il Nord Italia sul pomodoro da industria. E non è stata ancora stabilita una data per un nuovo incontro tra le parti. Le posizioni per la definizione di un nuovo prezzo, tra produttori e trasformatori rappresentati da Anicav, sono purtroppo ancora lontane. “Sarebbe stato il momento ideale visto che – spiega Massimo Passanti, presidente della Federazione nazionale pomodoro da industria di Confagricoltura – stiamo facendo gli ordini del seme e stiamo programmando i volumi della nuova campagna. Dovremmo fermarci e attendere qualche segnale positivo, se ci fosse coesione». Senza un prezzo di riferimento la coltura rischia di ridimensionarsi perché le aziende potrebbero chiudere in perdita.
La parte industriale, come ha fatto sapere Passanti, ha e offerto un 20% in più rispetto al prezzo di riferimento stabilito lo scorso anno per il Nord Italia che era di 108,5 euro a tonnellata. Una proposta giudicata troppo bassa dalla parte agricola, che avrebbe voluto rilanciare a 160 euro a tonnellata, chiedendo dunque un aumento più sostenuto in grado di compensare l’incremento dei costi di produzione registrato nel 2022. «L’aumento del 18% sul prezzo del pomodoro da industria ottenuto lo scorso anno sembrava un buon accordo per il Nord-Italia – spiega Passanti – ma, a causa del conflitto ucraino e della congiuntura negativa, è stato tutto eroso dall’aumento dei costi di produzione, tra rincari dei fitofarmaci e delle spese energetiche».
Quest’anno, inoltre, ci sarà da affrontare il problema della siccità che rischia di far perdere investimenti e superfici alla coltura del pomodoro a favore di altre produzioni, come il mais per uso zootecnico. Alcuni produttori stanno valutando se disinvestire perché le rese potrebbero risultare inevitabilmente molto basse.
«Le vendite da parte dell’industria di prodotto trasformato – aggiunge il presidente della FNP di Confagricoltura - a gennaio e febbraio 2023 sono, tra l’altro, risultate superiori rispetto alle previsioni e non dovrebbero rimanere scorte nei magazzini».
Oltre alla definizione del prezzo del pomodoro, come sottolinea Passanti, ci sono le penalità sui volumi a carico dei produttori che scatterebbero se non si raggiungesse il 95% della produzione concordata e, per i parametri troppo restrittivi sulla qualità, il grado Brix, che finirebbero per penalizzare gli agricoltori. (F.Ba.)