“La stagione olivicola è stata caratterizzata da una siccità prolungata che, in estate, ha creato diversi problemi, da una parte, ma ha reso anche meno incisivi gli attacchi fitopatogeni, dall’altra. L’inizio dell’autunno ha visto poi un susseguirsi di eventi calamitosi, soprattutto piovaschi, nei mesi di ottobre e novembre, che hanno interessato le regione olivicole più vocate, soprattutto Puglia, Sicilia e Calabria”. Così Walter Placida, presidente delle Federazione nazionale olivicola, spiega come l’andamento meteorologico abbia influito in modo rilevante sui risultati della campagna olivicola 2021-2022.
“Quest’anno – sottolinea Placida – stiamo registrando una consistente riduzione di resa. In base alle stime che si erano già fatte in precedenza, dovrebbe essere confermato un calo del 25% rispetto alla produzione dell’annata 2019-2020. Non si tratta ancora di dati definitivi, perché in alcune zone ancora si sta ancora raccogliendo e a dicembre la produzione sembra essersi ripresa. La qualità, sembra, in ogni caso, essere rimasta su livelli molto soddisfacenti”.
Entrando nel dettaglio in alcune regioni del nord e centro nord, ad esempio in Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, e anche in Umbria, le gelate e le temperature invernali hanno di fatto colpito maggiormente gli oliveti. La produzione è stata, in queste regioni, ancora più scarsa rispetto a quelle del Sud-Italia. Se la flessione dell’offerta è, comunque, risultata più contenuta nelle regioni del Meridione, la produzione nazionale è abbastanza salva, visto che rappresentano il 75% della produzione italiana di olio di oliva.
Il problema non è, comunque, legato solo all’ambito produttivo. Dal versante dei prezzi sono emerse parecchie difficoltà. “Le quotazioni all’origine, nelle regioni del Sud-Italia, sono rimaste – sottolinea il presidente della Federazione nazionale di prodotto – a livelli molto bassi per tutta la campagna in corso. Solo recentemente si è osservata una lieve tendenza al rialzo. Non ci sono comunque, a tutt’oggi, listini particolarmente briosi”.
La nuova Pac, come fa sapere ancora Placida, penalizzerà in maniera particolare il settore olivicolo e alcune regioni, soprattutto del Sud-Italia, in maniera più rilevante. Queste sono le premesse - aggiunge Placida -. Ancora, però, dobbiamo capire come andrà a finire. Presteremo grande attenzione all’applicazione degli eco-schemi che puntano alla sostenibilità dell’ambiente. Questa è una svolta importante, ma deve essere collegata anche alla sostenibilità economica». (F.B.)