A livello mondiale la produzione e il consumo di carne dovrebbero toccare il punto più basso nel 2020 a causa dei molteplici focolai di Peste suina africana (Psa) presenti in tutta l'Asia. La produzione mondiale di carne è scesa a 325 milioni di tonnellate nel 2019, principalmente a causa dell'impatto della Psa nel Paese del Dragone che ha perso il 10% della sua produzione di carne in proprio a causa del crollo (almeno il 21%) delle carni suine. Si stima che in Cina il comparto debba cedere ancora un ulteriore 8% nel 2020. Stesso trend è atteso nei prossimi cinque anni sempre a causa dei focolai di Psa, presenti, oltre che in Cina, anche in Vietnam. E’ una delle previsioni contenute nel nuovo Rapporto sulle Prospettive agricole nel decennio 2020-2029 curato dall’Ocse e dalla Fao.
Nei prossimi 10 anni, secondo il Rapporto, la produzione di carne nel mondo sarà influenzata negativamente da un calo della disponibilità di carni suine e sarà solo parzialmente compensata da maggiori volumi di produzione di altri tipi di carne.
Solo dall’anno prossimo la produzione di carne suina in Cina comincerà a invertire il trend per raggiungere i livelli di produzione antecedenti alla Psa entro il 2025. Si stima che nel 2020 siano aumentati del 24% i volumi delle importazioni di carne suina in Cina e abbiano raggiunto i 3 milioni di tonnellate. La maggior parte delle importazioni dovrebbe provenire da Brasile, Canada, Unione Europea e Stati Uniti.
Per quanto riguarda la domanda di carne suina a livello mondiale le previsioni sono positive: è destinata ad salire a 127 milioni di tonnellate nei prossimi dieci anni e dovrebbe rappresentare il 28% dell'aumento totale dei consumi di carne.
Su base pro capite, tuttavia, è atteso un calo dei consumi di carne suina nella maggior parte dei Paesi sviluppati. Nell'Unione Europea, ad esempio, la flessione sarà legata ai cambiamenti nella composizione della popolazione e influenzata da abitudini alimentari che favoriranno il pollame rispetto alla carne di maiale. I tassi di crescita dei consumi dovrebbero comunque essere sostenuti nella maggior parte dell'America Latina, dove il consumo pro capite di carne suina è aumentato rapidamente grazie a prezzi favorevoli che hanno posizionato il maiale come una delle carni preferite. (F.B.)