“E’ positivo che il disegno di legge nazionale sull’agricoltura biologica sia sempre più vicino al traguardo. In particolare condivido la creazione di un marchio del bio italiano che servirà a distinguere i prodotti realizzati con materie prime prodotte in Italia”. Così il nuovo presidente della Federazione nazionale agricoltura biologica di Confagricoltura, Toni Riegler, ha commentato il disegno di legge di riforma del settore bio “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” che è attualmente in fase di approvazione.
Lo sviluppo dell'agricoltura biologica, che rientra tra gli obiettivi del Green Deal, la Strategia generale Ue per la sostenibilità (che prevede un aumento della superficie agricola biologica Ue del 25%) resta, in ogni caso, sempre legato a una politica di sostegno e valorizzazione delle produzioni. Il Piano d’azione europeo varato lo scorso marzo, come fa notare sempre il presidente della Federazione nazionale agricoltura biologica di Confagricoltura, prevede politiche di promozione ai consumatori, nelle scuole e supporti alla crescita dei consumi nelle mense pubbliche e private. Tuttavia, la Commissione europea non ha specificato che le attività di promozione debbano rivolte esclusivamente ai prodotti europei e questo favorisce l’importazione di materie prime biologiche extra Ue.
“In Italia l’agricoltura biologica ha mostrato un trend di crescita negli ultimi 4 anni, anche se è diminuita progressivamente - sottolinea Riegler - la superficie agricola in conversione. In particolare, nel 2019 è calata del 18% rispetto all’anno precedente. Una flessione legata anche alla riduzione dei prezzi delle produzioni biologiche nazionali”. In particolare al sud, i prezzi dell’olio extravergine d’oliva sono inferiori ai 3 euro al kg e i trasformatori preferiscono acquistare olio extravergine biologico comunitario (Spagna, Grecia) o mediterraneo (Tunisia). Anche il differenziale di prezzo tra i cereali biologici e convenzionali si sta abbassando per la minore richiesta del mercato. Ad esempio, la produzione di grano duro biologico italiano ha subito un forte rallentamento in questi ultimi tre anni a causa della perdita di valore. Nei primi 5 mesi del 2021 sulla piazza di Foggia il grano duro biologico è stato pagato in media 332€/t e quello convenzionale 298€/t mentre in quella di Bologna il grano duro biologico è stato pagato in media 337€/t e quello convenzionale 292€/t.
L’agricoltura biologica in Italia rappresenta oggi circa il 16% della Sau nazionale e coinvolge circa 100mila operatori. Confagricoltura rappresenta, in base agli ultimi dati Sinab, 12.133 aziende agricole biologiche, pari al 17,50% delle aziende agricole biologiche italiane e 456. 894 ettari, pari al 28,38% della Sau biologica nazionale.
Fondamentali per il progresso del settore saranno l’introduzione di strumenti digitali per garantire la tracciabilità dei prodotti biologici, e i finanziamenti alla ricerca per la conservazione ed il miglioramento genetico delle varietà e delle specie.
Toni Riegler, produttore di mele, uve e verdure biologiche, sposato con tre figli, ha rilevato nel 2006 l’azienda di famiglia a Moritzing (Bz), dove aveva iniziato a lavorare nel 2003 dopo il diploma di perito agrario. (F. B.)