Editoriale del Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti
Mondo Agricolo n. 11 novembre 2021
La pandemia Covid 19 ci ha messo di fronte ad un nuovo interrogativo: vale più la vita umana o l’economia? E la risposta unanime è stata la vita. In pratica questo evento straordinario è stato un formidabile acceleratore di alcuni fenomeni più o meno latenti nella società, che si sono ripercossi anche sulle imprese e sulla loro organizzazione. Tra questi l’importanza del capitale umano, inteso non solo come forza lavoro dipendente, ma come l’insieme di tutti gli stakeholder con cui un’azienda entra in contatto, dai fornitori ai consumatori. Da qui la necessità di una forte riorganizzazione aziendale, che non riguarda soltanto le nuove forme di lavoro a distanza, ma soprattutto i valori su cui costruire la leadership e i rapporti interpersonali che, per essere efficaci, dovranno sempre più basarsi su rispetto (che è alla base del concetto di sostenibilità), autorevolezza, credibilità, trasparenza e autonomia. Questo comporterà investire in formazione, da quelle scolastica e universitaria a quella aziendale; anche per venire incontro alla richiesta di nuove competenze e figure professionali che la transizione digitale e quella ecologica - verso le quali dobbiamo procedere speditamente - inevitabilmente imporranno. Il mondo agricolo non è esente da questa trasformazione e le aziende si stanno già strutturando per affrontare i nuovi scenari che deriveranno dall’introduzione delle nuove tecnologie digitali (precision farming, droni, satelliti), ma anche dalla sempre maggiore diffusione di nuove modalità di vendita, come l’e-commerce; di strumenti di promozione e marketing, sempre più basati sull’utilizzo dei social network e di nuove tecniche, come la blockchain. Confagricoltura, la prima Organizzazione di rappresentanza agricola in termini di impiego di manodopera, da tempo si sta preparando a questo cambiamento, a cui la pandemia ha dato un’ulteriore spinta, mettendo a disposizione delle imprese associate - mediante accordi con aziende leader nei vari comparti, istituti di ricerca e università - servizi, kow how, scambio di conoscenze e di esperienze -. E attraverso il suo ente di formazione Enapra corsi destinati a dirigenti e dipendenti, ma anche alle aziende associate e al loro personale, che riguardano le più moderne discipline. La trasformazione delle imprese dovrà andare di pari passo con quella dell’intero Paese, in osservanza alla direzione che l’Europa ha dato in merito all’utilizzo dei fondi pubblici. Al momento i numeri dell’Italia sono buoni, e in via di consolidamento, ma vengono soprattutto dal privato: segno che le imprese si stanno adeguando. Ci auguriamo che segnali positivi arrivino presto anche dalla finanza pubblica.
Massimiliano Giansanti