"Nella vita mi occupo di esseri viventi fragili: piante e umani”. Esordisce così Andrea Mati nel pregevole volume ‘Salvarsi con il verde’ (Giunti Editore). Andrea, contitolare con i fratelli Francesco e Paolo di una storica azienda vivaistica a Pistoia, ha trasformato la sua attività “in una missione per cercare di salvare gli altri attraverso il rapporto con il verde”. Da quasi quarant’anni collabora con comunità per il recupero di tossicodipendenti - da San Patrignano alla Comunità Incontro di don Gelmini - e con centri di assistenza per disabili psichici e ha accompagnato nel reinserimento sociale e lavorativo decine e decine di persone svantaggiate grazie a due cooperative nate su sua iniziativa e dedite alla progettazione e alla coltivazione di giardini.
Questa decennale esperienza ha dato luogo a una ricerca sperimentale, con un sodalizio di psicologi, geriatri e psichiatri, volta a progettare giardini dalle specifiche funzioni terapeutiche, che si rivelano di grande aiuto nella cura della sindrome di Down, dell’autismo, delle depressioni, dell’Alzheimer e di tutte le dipendenze. Soprattutto le pagine del libro introducono ad un nuovo rapporto con la bellezza del mondo; che possiamo salvare nel nostro piccolo, nel metro quadro verde intorno a noi; l’invito è ad occuparci attivamente di uno spazio vitale che potrà essere il balcone, l’aiuola del condominio, l’albero in strada, il parco vicino casa.
Tra le pratiche di lavoro di Mati colpisce quella che prevede l’affidamento di piante morenti, che dovrebbero essere gettate perché hanno perso il loro valore estetico, a persone anche loro scartate dalla società per problemi fisici e psichici. Il percorso di recupero parallelo dà risultati eccezionali, a dimostrazione che persone e piante si salvano a vicenda. (Gaetano Menna)