
di Barbara Bertuzzi
Sensori nei frutteti per monitorare malattie, carenze idriche o nutritive. La collaborazione di Silvia Salvi con Plantvoice
L’intelligenza artificiale applicata all’agricoltura è realtà. Nei frutteti di Salvi Vivai a Ferrara (mele Pink Lady) e Latina (kiwi), la start-up Plantvoice ha introdotto un’innovativa tecnologia sensoristica, in grado di leggere l’elettrocardiogramma della pianta captandone all’istante le mutazioni dovute all’insorgenza di malattie, alla carenza idrica o nutritiva. “Alla centralina sono collegate piccole sonde che vengono introdotte nel fusto, dispositivi non invasivi grandi come uno stuzzicadenti, di materiale biocompatibile, capaci di monitorare in tempo reale i dati fisiologici interni”, spiega la proprietaria dell’azienda, Silvia Salvi.
Grazie all’intelligenza artificiale nativa si ottiene l’impronta digitale di ogni tipologia di stress: il sensore invia i dati in cloud a un software di IA che li analizza utilizzando algoritmi personalizzati per fornire informazioni dettagliate, ad esempio su un eventuale insufficiente apporto d’acqua o su un attacco fungino.
“La pianta è un organismo vivente e reagisce subito agli stimoli esterni, quindi, analizzando direttamente il sangue della pianta, abbiamo molte più possibilità di identificare precocemente le problematiche e ottimizzare la produzione”, prosegue l’imprenditrice, impegnata anche nel mondo della rappresentanza di categoria con l’associazione Donne dell’Ortofrutta, di cui è vicepresidente e socia fondatrice.
L’obiettivo è migliorare sempre di più i parametri qualitativi del frutto. “La collaborazione con Plantvoice - racconta Salvi - ci dà accesso a strumenti utili per gestire al meglio un frutteto. Possiamo fare fronte ai periodi siccitosi, sappiamo come e quando fertilizzare e soprattutto come contrastare le fitopatie. Una cosa molto importante, visto che l’Europa oggi vieta l’impiego di principi attivi efficaci senza, però, garantire alternative valide per la difesa fitosanitaria della pianta. Vogliamo continuare a produrre, ma rischiamo di non poterlo più fare, non abbiamo i mezzi”.
Silvia Salvi si definisce “da sempre aperta alle innovazioni” e crede nell’opportunità offerta dall’intelligenza artificiale. “Sono convinta che sia il futuro dell’agricoltura: si sta diffondendo a velocità record, più rapidamente di ogni altra tecnologia e darà una mano nell’efficientamento dei processi produttivi”. Adesso, però, bisogna lavorare per “coinvolgere il maggior numero di imprese. È fondamentale che l’investimento sia sostenibile e il costo accessibile a tutti”, conclude.
Matteo Beccattelli (in foto a destra) è il ceo di Plantvoice. “Con la tecnologia che abbiamo applicato alle colture di Salvi Vivai preserviamo la qualità del frutto e difendiamo il reddito dell’azienda ottimizzando anche l’uso di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci”, ci spiega. I sensori ascoltano letteralmente le piante dall’interno analizzando in real time la loro linfa e al contempo permettendo di costruire, con l’ausilio dell’IA, un ricco data base che sia fruibile dalle imprese.
"Lo strumento ci consente di intervenire al momento giusto per aiutare a garantire le migliori caratteristiche al prodotto finale: forma, calibro e colore, come pure il sapore”, aggiunge il ceo. Plantvoice, con sede a Bolzano al NOI Tech Park, non opera solo in Italia. Ha da poco iniziato un processo di internazionalizzazione, che la porterà ad applicare il proprio innesto intelligente anche all’estero (Stati Uniti e Brasile in particolare), persino su piante di caffè e cacao.
Il dispositivo dell’azienda bolzanina è di facile uso, proprio come un innesto, che raccoglie direttamente dalla pianta i dati fisiologici interni, a differenza delle altre principali tecnologie agricole (sensori meteorologici, di suolo, di irraggiamento e di temperatura, immagini satellitari e droni), che si concentrano sulla lettura degli effetti esterni, così i sensori diventano sentinelle pronte a rilevare le anomalie nello stato di salute. È applicabile alle piante da frutto, inclusi olivo e vite, ma la forza di questo sistema d’avanguardia, racconta Beccatelli, è la banca dati che si arricchisce strada facendo in virtù di una raccolta di informazioni che non finisce mai.
Dopo la validazione scientifica in laboratorio e l’ottenimento del brevetto internazionale, il progetto è partito due anni fa con i primi partner agroindustriali (tra cui Salvi Vivai), poi è stato un percorso continuo di miglioramento. Ora l’impresa di Beccattelli si avvale della collaborazione di una ventina di aziende agricole del Nord e del Sud Italia che hanno già toccato con mano i vantaggi in termini di miglioramento della resa e qualità delle coltivazioni. “Con loro è stato sviluppato un rapporto di partnership per crescere insieme e implementare l’offerta.
I dati archiviati restano anonimi, si assicura massima riservatezza - spiega il ceo -. Come tutte le rivoluzioni tecnologiche, anche la nostra disporrà presto di nuove funzionalità avanzate: il kit di auto-installazione per l’avviamento in autonomia da parte dell’agricoltore e l’indicatore a semaforo per segnalare subito la problematica rilevata in campo al pc aziendale”.
L'articolo è presente sul numero di gennaio/febbraio 2025 di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
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