La siccità, non solo in Sicilia ma anche nelle regioni più vocate come Calabria, Basilicata e Puglia, sta penalizzando i calibri degli agrumi della campagna in corso, che però il mercato del fresco ha acquistato a prezzi tutto sommato soddisfacenti e senza che fosse necessario destinarli all’industria. Non solo, ma anche in presenza di calibri sottodimensionati, mi riferisco soprattutto alle arance, la contrattazione nel segmento del fresco si è posizionata su corretti livelli di prezzo». Così Giosué Arcoria, presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura, fornisce alcuni flash sull’andamento dell’annata agrumicola 2021-2022. «Al momento, anzi – spiega –, esiste una forte richiesta di prodotto di piccolo calibro e tanti commercianti della filiera agrumicola stanno raccogliendo il più possibile. Stiamo assistendo a una corsa contro il tempo. Oggi il mercato del fresco, forse a causa della crisi, ritira anche tutto il prodotto di piccola pezzatura purché con qualità organolettiche eccellenti, venduto ovviamente a prezzi adeguati. Per il prodotto di fascia alta, ad esempio alcune varietà di arance tarocco, i listini si posizionano, invece su livelli elevati, anche 60 centesimi al kg».
Per quanto riguarda l’andamento della produzione dal 10 gennaio scorso la stagione è entrata nel momento clou della campagna. I prezzi sono sempre accettabili, ma il problema maggiore è legato alla carenza di manodopera. «Quasi tutti gli stabilimenti di raccolta – precisa Arcoria – devono fare i conti con un 20-30% di manodopera in meno. Per aziende di grandi dimensioni si tratta ovviamente di volumi importanti che rischiano di non essere raccolti». Ad oggi come quantitativi, ad esempio le arance, si stima un 20% di offerta in meno rispetto alla scorsa annata, a causa sia della mancanza di personale sia a causa dell’andamento climatico particolarmente siccitoso nelle regioni più vocate.
«Per quanto riguarda la commercializzazione – fa sapere sempre il presidente della Federazione nazionale agrumicola – si registra un incremento molto significativo, legato anche alla pandemia da Covid-19, delle vendite on line e si osserva anche nel nostro settore una concentrazione di aziende che crescono non solo di dimensioni, ma cercano anche di creare una propria politica di brand. Questo canale di vendita più innovativo richiede ovviamente sforzi di logistica che devono essere affrontati in modo adeguato».