Intervenire subito a salvaguardia del comparto suinicolo, ancora un volta penalizzato dal calo dei consumi a causa della pandemia, dall’aumento delle carni in arrivo dalla Germania, a causa della peste suina africana e conseguente chiusura dell’export verso la Cina, e da uno slittamento dell’indicazione di origine in etichetta. E’ quanto hanno chiesto al Governo gli allevatori piemontesi durante il webinar “Crisi del settore suinicolo: non è solo colpa del Covid” organizzato da Confagricoltura Cuneo lo scorso 24 novembre alla presenza dei vertici associativi e di numerosi allevatori. Parte così dal Piemonte il primo di una serie di incontri sul territorio che hanno l’obiettivo di trovare soluzioni in grado di invertire il trend di nuovo negativo del settore e rallentare la discesa dei prezzi ormai sotto la soglia dei costi di produzione. I prossimi incontri sul territorio si svolgeranno in Lombardia e proseguiranno poi in Emilia Romagna, toccando tutte le regioni più vocate per la suinicoltura.
“Il surplus che si è creato in Germania in seguito alla peste suina africana e la sospensione dei ritiri da parte della Cina – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia – hanno creato un mix di condizioni particolarmente negative che sono destinate ad aggravarsi ancora tra gennaio e febbraio quando si prevede che in europa possano accumularsi numerose partite di suini non macellati. Non possiamo più aspettare, serve un intervento immediato della politica a difesa del settore”. Il comparto è di grande rilevanza in Piemonte dove si contano 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1 milione e 290mila capi e in particolare nella provincia di Cuneo, leader con circa 913mila suini allevati in 844 stalle.
“Una prima risposta dalla politica l’abbiamo avuta – prosegue Allasia – perché la prossima settimana ci sarà un’audizione in Senato in commissione Agricoltura”. All’incontro hanno infatti partecipato anche i senatori Giorgio Maria Bergesio e Mino Taricco, entrambi in Commissione Agricoltura, e Paolo Demarchi, consigliere della Regione Piemonte.
“A livello nazionale – ha spiegato il presidente nazionale della Federazione suinicola di Confagricoltura, Claudio Canali – abbiamo chiesto al ministero delle Politiche agricole di intervenire per bloccare i prezzi salvaguardando in questo modo tutti gli attori della filiera, dall’allevatore al macellatore. Questa sarebbe la misura più efficace in questo momento di calo dei prezzi, quella che potrebbe dare un aiuto immediato al comparto evitando così di richiedere nuovi aiuti quando la situazione diventerà ancora più grave”.
Il presidente nazionale del settore suinicolo ha anche sollecitato un’applicazione immediata dell’indicazione di origine in etichetta prevista per il 16 novembre, ma posticipata al 31 gennaio 2021 da una circolare del Mise.
“Qualora fossero attivati degli interventi a sostegno della filiera in crisi – ha aggiunto Canali – chiediamo, però, di premiare solo chi utilizzerà nella trasformazione produzioni suinicole italiane”. (F. B.)