Rendere i grandi allevamenti di suini sempre più sostenibili grazie alle innovazioni tecnologiche che consentono di abbattere le emissioni inquinanti, in particolare di ammoniaca e particolato, migliorando così la qualità dell’aria. E’ l’obiettivo del progetto “Life-Mega Smart computing system to monitor and abate the indoor concentrations of NH3, CH4 and PM in pig farms”, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dal Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano con il coinvolgimento dell’Institute of Agrifood Research and Technology (Irta) in Spagna e di due aziende italiane, Rota Guido Srl e Nuvap Srl.
Il risultato dell’attività di ricerca, un innovativo sistema di filtraggio per il trattamento dell’aria chiamato “scrubber” (nella foto “scrubber a umido”) è stato presentato il 3 novembre scorso all’edizione digitale di Ecomondo, la manifestazione dedicata all’economia circolare (nell’ambito dell’evento “Green new deal: la Strategia Farm to Fork Filiere agroalimentari smart e a basso impatto ambientale), da Michele Costantini, del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari) dell’Università di Milano.
“La macchina realizzata a livello pilota - spiega Costantini - è dotata di un sistema di ventilatori in grado di catturare gli inquinanti nella porcilaia, principalmente quelli rilasciati dalle deiezioni animali. Funziona grazie a delle torri di lavaggio all’interno delle quali viene forzata l’aria, che viene poi depurata grazie a una soluzione acidificata con acido citrico. Questo sistema è in grado di abbattere fino al 70% delle emissioni di ammoniaca. Lo scrubber a umido produce un effluente che, in linea con gli obiettivi dell’economia circolare, potrebbe essere anche impiegato come fertilizzante azotato nei campi”. L’obiettivo è, quindi, quello di migliorare il benessere animale e degli operatori e puntare alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei ricoveri suinicoli che adottano dei filtri per il trattamento dell’aria. Questo sistema di depurazione potrebbe essere impiegato con successo per depurare l’aria dei grandi allevamenti di suini che si concentrano prevalentemente nel bacino padano.
“L’emissione di ammoniaca e di particolato legati alla produzione di reflui zootecnici negli allevamenti - spiega Costantini - hanno un grande impatto sull’ambiente, in particolare il PM è una minaccia per la salute umana, poiché è responsabile di malattie respiratorie e cardiovascolari”.
La tecnologia è oggi piuttosto diffusa nel Nord Europa, dove vige l’obbligo di abbattere le emissioni degli allevamenti, soprattutto se di grandi dimensioni. “Il problema da risolvere per arrivare a un impiego su larga scala negli allevamenti italiani di suini - fa notare Costantini – è oggi quello dei costi. In base a stime dovrebbero attestarsi intorno ai 10 euro per posto/capo all’anno. La tecnologia è quindi promettente, ma deve essere ancora perfezionata per un’applicazione su larga scala per renderla più conveniente sotto l’aspetto economico”.
Nuvap srl ha sviluppato una centralina microclimatica in grado di misurare il livello di inquinamento da collegare allo scrubber in modo da attivare, in caso di superamento di una certa concentrazione di inquinante, il funzionamento dei sistemi filtranti. Per quanto riguarda i sistemi di trattamento dell’aria verranno utilizzati un filtro a secco, già in uso, ad esempio, nel settore della panificazione, ed un filtro ad umido, realizzato a livello di prototipo dall’azienda Rota Guido srl. Le tecnologie dovrebbero essere testate in 2 aziende in Italia nella fase di ingrasso e in 2 aziende in Spagna nella fase di gestazione e svezzamento. Il progetto è iniziato il 1° ottobre 2019 e si concluderà il 30 settembre 2022.