L'editoriale del presidente Giansanti per il numero 6/2020 di Mondo Agricolo
Investiamo sulla “socialità”, ovvero sui consumi di cibo e bevande fuori casa. È elemento trainante del turismo, ma anche dell’export, perché il made in Italy, a tavola e nel bicchiere, è amato in tutto il mondo (ed anche copiato).
Alimenti-ristorazione-turismo-export sono concatenati. Il settore del food rappresenta il 20% del PIL e non è solo strategico, è la ricchezza del Paese. Sono assolutamente convinto che effettuare un intervento determinante sull’agroindustria sia un investimento sull’Italia.
L’agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica, duratura e sostenibile e va colta l’opportunità delle risorse del Recovery Fund per incidere in profondità, con interventi mirati. In tale ottica ho proposto al governo di stabilire, per un congruo periodo di tempo, l’aliquota IVA unica del 4%, per dare la possibilità ai consumatori di acquistare al minor costo possibile; quindi il taglio del cuneo fiscale sul lavoro, che consentirebbe ai lavoratori di avere retribuzioni più alte. Tutto ciò per far ripartire velocemente i consumi e quindi la filiera produttiva e l’industria di trasformazione.
Resta l’onere eccessivo della burocrazia; mi auguro che il decreto sulla semplificazione, annunciato dal governo, consenta di fare reali e sostanziali passi avanti verso l’efficienza amministrativa.
E poi - l’ho sempre detto - bisogna intervenire sui fattori chiave per lo sviluppo e per la competitività: infrastrutture, digitalizzazione, innovazioni tecnologiche, valorizzazione della ricerca e della formazione; quindi sugli accordi internazionali, in grado di tutelare e di valorizzare il Made in Italy.
È il momento di un Patto per il Sistema Italia e va definito con coesione d’intenti tra politica e rappresentanza.
Massimiliano Giansanti