L'Emilia-Romagna è in ginocchio anche per quello che riguarda l'apicoltura. Una tra le regioni più importanti per la presenza di circa 6 mila apicoltori e 150 mila alveari sta pagando un tributo altissimo di danni per interi apiari trascinati via dalle acque o danneggiati. E questo proprio alla vigilia della Giornata mondiale delle api che si celebra il 20 maggio.
Pesanti le ripercussioni per la mancata produzione del miele. Secondo le prime stime fornite all'ANSA dal presidente della Fai-Federazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone "oggi, alla luce del perdurare del maltempo, insieme a tanti altri fattori che gravano sul settore in tutta Italia, si parla di un calo medio del 50% con punte fino all'80%". Tra l'altro la calamità si abbatte sulla regione più importante per l'allevamento di api regine della sottospecie italiana, che trovano tradizionalmente in questi territori un elevato numero di allevatori altamente specializzati.
"Impossibile, per ora, una stima più precisa dei danni - spiega ancora Cirone - anche perchè maltempo e piogge proseguono, vanificando gli sforzi di chi vive allevando api e producendo miele".
La FAI chiede quindi interventi straordinari per far fronte all'emergenza, a partire dai territori in stato di calamità: gli apicoltori di questi territori vanno indennizzati, sostenuti e sgravati da ogni adempimento burocratico, affinché possa essere ripristinato lo stato di normalità negli allevamenti della Regione.