L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo, cartaceo e on line
Di Gabriella Bechi
Direttore responsabile Mondo Agricolo
Il 2022 sarà ricordato come l’anno del ritorno della guerra in Europa, con tutte le drammatiche conseguenze in termini di perdite di vite umane e di sofferenza per le popolazioni coinvolte, ma anche con le pesanti ricadute economiche sulle imprese e i cittadini, che non hanno risparmiato alcun settore”. Con queste parole il presidente Massimiliano Giansanti ha aperto l’assemblea di fine anno di Confagricoltura, un appuntamento atteso dagli imprenditori associati, arrivati numerosi e finalmente in presenza dopo le difficoltà provocate dalla pandemia. L’assemblea di quest’anno, dal titolo “Persone, Agricoltura, Ambiente”, è stata caratterizzata dalla presenza di personaggi di spicco del mondo della finanza e dell’economia nazionale e di numerosi rappresentanti del nuovo governo. Segnale evidente, questo, che l’agricoltura non è più vista come la “cenerentola” del Paese. Eppure, nonostante le criticità, questa fase presenta anche delle occasioni. “Il 2022 sarà ricordato anche per il grande impatto che la guerra ha avuto sui temi dell’alimentazione, rimettendo di fatto al centro dell’attenzione l’agricoltura nella visione strategica e nella tenuta economica e sociale dei Paesi. Tutti si sono accorti che un Paese è forte se c’è anche un’agricoltura forte”. Parallelamente alla guerra che si combatte sul campo, Giansanti ha ricordato la guerra commerciale in corso. Guerra che sta coinvolgendo tutti, con spinte inflazionistiche sui grandi temi del cibo con un impatto devastante sui Paesi più poveri, ma anche sul tessuto imprenditoriale di quelli più avanzati. “La sicurezza alimentare non è un dato di fatto acquisito per sempre e un Paese moderno deve poter produrre ciò di cui ha bisogno e, magari, riuscire anche ad esportare per creare valore e ricchezza. Questo - ha aggiunto il presidente - è ciò che noi intendiamo per sovranità alimentare”. L’agricoltura deve tornare ad essere strategica per l’Italia. “Non è ancora chiaro il nuovo assetto che emergerà dalle crisi in atto e sono incerte anche le prospettive della globalizzazione, ma risulta evidente che la copertura del fabbisogno di prodotti essenziali non può più essere affidata esclusivamente a terzi”. Salvaguardare il potenziale produttivo italiano investendo nel made in Italy agroalimentare, che quest’anno raggiungerà un fatturato di 60 miliardi di export, raddoppiato in soli sette anni “grazie agli imprenditori che con la loro valigia sono andati in giro per il mondo a vendere i loro prodotti. Immaginiamo cosa sarebbe potuto accadere se avessimo avuto una strategia per il settore a livello nazionale!”. Una strategia che ora Confagricoltura chiede all’intero governo e al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, presente in sala. “Abbiamo un modello unico, fatto di progresso, innovazione, ai più alti livelli in termini di sostenibilità, rispetto dell’ambiente, di benessere animale, di territorio, di salubrità e sicurezza alimentare, in grado di fare la propria parte nel sequestro di Co2 e contribuire alla decarbonizzazione attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili”. Un patrimonio insostituibile per il presidente Giansanti, che attacca duramente i cibi sintetici, definiti frutto di una “gestione geopolitica del cibo”, e i sistemi di etichettatura come il Nutriscore, “veri strumenti di concorrenza sleale, che generano confusione e disinformazione nel consumatore”. Per Giansanti, la crisi energetica non sarà di breve durata. Le misure per contenere il caro bollette, nel primo trimestre 2023, sono una scelta del governo di assoluta rilevanza, che va necessariamente prorogata, anche se non sarà facile trovare le risorse necessarie. Sono ugualmente urgenti provvedimenti a sostegno della liquidità delle imprese, prolungando, in prima battuta, le moratorie sui prestiti accordate durante l’emergenza sanitaria, che scadranno alla fine di quest’anno. E occorre agire anche sul taglio del cuneo fiscale. A livello Ue, le richieste del presidente si focalizzano sulla Pac e sul ruolo delle imprese “attive sul mercato”, sui fertilizzanti, per i quali chiede un fondo europeo per acquisti comuni, e sulla normativa del Green Deal che riguarda l’uso degli agrofarmaci, che non può avvenire con un taglio netto, mettendo a rischio la produttività, senza prevedere efficaci alternative. Tutto questo in un’ottica di crescita e di sviluppo, fuori dall’emergenza e dal suo superamento, che veda protagoniste le imprese agricole e il loro ruolo per l’economia, i territori e le comunità in cui operano. Come sintetizza il titolo dell’assemblea di quest’anno: Persone, Agricoltura, Ambiente.