La bilancia commerciale brasiliana ha chiuso l'anno 2020 con un saldo positivo di 50,9 miliardi di dollari, con enfasi sull'agrobusiness, che ha registrato un record con un saldo finale di 87,7 miliardi di dollari.
L'Istituto per la ricerca economica applicata (Ipea) ha pubblicato un'analisi dei principali fattori che hanno contribuito al fatto che il Brasile rimanesse uno dei principali fornitori di materie prime agricole nel mercato mondiale lo scorso anno, con particolare attenzione alla soia ed alla carne (bovina e pollo), oltre alle tendenze per il 2021. La svalutazione del real rispetto al dollaro, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, lo scarso raccolto di Paesi concorrenti e le condizioni climatiche favorevoli hanno contribuito al fatto che il Brasile continui a guidare il settore.
La soia è la principale coltura del Brasile che è diventato il principale produttore mondiale nel raccolto 2019-2020, con il 37,4% della produzione totale, seguita da Stati Uniti (28,4%) e Argentina (14,5%). Di tutti i prodotti agroalimentari esportati, la sola soia rappresenta il 34,2% del valore totale scambiato, che corrisponde a 34,5 miliardi di dollari.
Le carni sono al secondo posto tra i prodotti agroalimentari più esportati nel 2020: 17,2 milioni di dollari, con enfasi su manzo e maiale. L'aumento della domanda dai Paesi asiatici ha portato a un export record; la Cina da sola ha rappresentato rispettivamente il 43,2% e il 50,8% delle esportazioni di carne bovina e suina lo scorso anno. A causa della peste suina africana (PSA) gli animali sono stati scartati nel Paese, aumentando la domanda cinese di carne di maiale nel mercato internazionale.
Fonte: Agrotimes tramite ICE Agenzia