
La "fase uno" dell'accordo tra Stati Uniti e Cina sancisce che nel 2020 la Repubblica popolare acquisti quasi 40 miliardi di dollari di prodotti agricoli ed agroalimentari americani.
Anche se probabilmente non raggiungerà questo obiettivo, nel mese di ottobre il Paese ha acquistato dagli Stati Uniti prodotti alimentari, agricoli ed ittici per un valore record di 4,8 miliardi di dollari (contribuendo all’impennata dei prezzi del grano e della soia, come affermato dagli analisti) e le vendite alla Cina potrebbero ammontare, quest’anno, a un totale di circa 24 miliardi di dollari, il picco massimo dall’inizio della guerra commerciale con gli Stati Uniti, come confermato dal think tank FAPRI, dell’Università del Missouri.
Nel periodo preso in esame, la soia ha costituito il grosso delle vendite, pari a 3,5 miliardi di dollari, stando ai dati diffusi dal Census Bureau. Gli acquisti hanno compreso anche 190 milioni di dollari di mais, 172 milioni di dollari di cotone, 155 milioni di dollari di noci, e 96 milioni di dollari di carni suine.
Dopo un inizio di anno lento, tra fine estate ed inizio autunno la Cina è diventata un acquirente regolare, tendendo ad acquistare nel periodo della raccolta, quando i prezzi sono più bassi. Una siccità alla fine della stagione ha ridotto i raccolti di mais e di soia, contribuendo a sostenere i prezzi proprio nel momento in cui la domanda dei raccolti statunitensi è in crescita. Da gennaio alla fine di ottobre gli acquisti della Cina sono ammontati a un totale di 17,5 miliardi di dollari, secondo il Peterson Institute for International Economics.
Il Dipartimento all'agricoltura degli USA prevede che nell'anno fiscale 2021, iniziato ad ottobre 2020, la Cina sarà il principale mercato per le esportazioni agricole statunitensi con particolare riferimento a soia e mais.
Fonte: FERN's Ag Insider - Stati Uniti tramite Agra press
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