Secondo le prime stime dell'Organizzazione internazionale del vino (OIV) le gelate primaverili e altri fenomeni meteorologici hanno influito in modo significativo sulla produzione dei tre principali Paesi produttori: Italia, Francia e Spagna. I volumi previsti per il 2021 saranno, infatti, sotto la media per il terzo anno consecutivo. La produzione dovrebbe essere allo stesso livello, molto basso, del 2017, intorno ai 250 milioni di ettolitri.
Si tratta del 4% in meno rispetto al 2020 e del 7% in meno rispetto alla media registrata in vent'anni. Complessivamente Italia, Spagna e Francia, che totalizzano quasi metà dei volumi mondiali, rispetto al 2020 hanno perso 22 milioni di ettolitri. Gli unici grandi Paesi vitivinicoli europei che hanno fatto meglio dell'anno scorso sono Germania, Portogallo, Ungheria e Romania dove le vendemmie sono state abbondanti (+ 37%).
Nonostante i venti contrari e un calo della produzione di vino del 9%, l'Italia mantiene la leadership mondiale in termini di volume. Seconda la Spagna, mentre al terzo posto è retrocessa la Francia che dopo le gelate primaverili, ha sofferto piogge estive, grandinate e un'offensiva molto marcata di peronospera. Sono in calo anche Austria, Grecia ed ex Jugoslavia.
Con tendenza opposta le previsioni per il primo raccolto negli Stati Uniti che suggeriscono volumi superiori al 2020 nonostante gli incendi boschivi che hanno devastato la California e per l'emisfero australe che sembra poter vantare livelli di produzione record in sud America (Cile, Argentina, Brasile) ed in Australia (+ 30%), ma non in Nuova Zelanda (-19%).
Fonte: Les Echos tramite Agra press