L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo, cartaceo e on line
Di Paola Castello
Anche quest’anno il bando Coltiviamo Agricoltura Sociale ha messo in palio quattro premi da 40mila euro, più uno da 20mila euro riservato alle cooperative sociali che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico.
Insieme a questi finanziamenti destinati alla realizzazione dei progetti vincitori della selezione, anche una borsa di studio per il master universitario a Tor Vergata.
Ecco le realtà che hanno vinto l’ultima edizione.
Una storia di integrazione a Pompei
Un mondo perduto che rinasce grazie ai giovani e al sociale e lo fa in nome dell’agricoltura, spingendo il territorio verso il rispetto e la tutela dell’ambiente. Ecco l’idea alla base del “Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita”. Il progetto, che avrà la durata di 10 mesi e coinvolgerà 21 ragazzi, è stato ideato dall’imprenditore Francesco Di Landro in partenariato con l’istituto Parco Archeologico di Pompei e la cooperativa sociale Il Tulipano.
L’obiettivo è quello di promuovere, attraverso l’agricoltura, l’inclusione di persone che presentano disturbi dello spettro autistico e/o disabilità cognitiva o con bassa scolarità. Il contributo della cooperativa Il Tulipano sarà fondamentale vista la sua lunga esperienza (dal 2007) nel sostegno alle famiglie in cui sono presenti i protagonisti del progetto di Di Landro.
L’agricoltura, vera risorsa del territorio campano, sarà lo strumento per la costruzione di percorsi che facciano comprendere l’etica del lavoro e della legalità.
Il contesto è quello di un sito unico al mondo, quello dei resti di Pompei, città antica con 2000 anni di storia. I giovani verranno coinvolti in attività lavorative che si svolgeranno sia in alcune aree del Parco archeologico, sia nel Polverificio borbonico di Scafati, dove è presente un grande parco abbandonato. Nelle aree verdi delle due aree, affiancati e guidati da agricoltori professionisti e coordinati dagli educatori di Il Tulipano, i giovani intraprenderanno percorsi formativi agevolati d’inclusione sociale e lavorativa.
Il potere terapeutico della natura
“Fili d’Erba” prevede la costruzione di un luogo dove avviare percorsi di assistenza per studenti delle scuole elementari e medie affetti da patologie oncologiche e autismo o provenienti da contesti sociali difficili. Il progetto è di Christian Foti e della sua fattoria didattica e sociale Bubi e Mimi a Bene Vagienna in provincia di Cuneo. Lo spazio previsto è quello di un giardino sensoriale di 4500 metri quadri composto da erbe officinali e aromatiche in cui i soggetti verranno coinvolti in attività ludiche di apprendimento e crescita. “Fili d’Erba” racconterà il mondo animale e vegetale cercando similitudini tra diverse specie: la sensazione tattile della salvia che ricorda le orecchie di un coniglio o la Stipa tenuissima che per la sua morbidezza viene accostata alla coda di un pony.
Altra esperienza particolare è quella che offrirà il laghetto che sorgerà all’interno del giardino: guadandolo, i ragazzi e le ragazze potranno avere contatti con un allevamento di carpe. Circa sessanta metri quadri della fattoria sono destinati all’allevamento di porcellini d’India, mentre in un’altra area i partecipanti al progetto potranno interagire con le galline nostrane di Morozzo, razza considerata vulnerabile e perciò protetta. Tutto, all’interno della fattoria capofila del progetto Fili d’Erba, è studiato
per i bambini, per infondere loro maggiore sicurezza e conoscenza.
La Bubi e Mini prevede anche il potenziamento della sua produzione di cosmetici vegetali ricavati dai frutti e dagli ortaggi coltivati. Fondamentale per la buona riuscita del progetto sarà la collaborazione con il comune di Bene Vagienna, con il consorzio per i servizi sociali locale e con le istituzioni scolastiche.
In prospettiva si punta a corsi di formazione professionali per i ragazzi più grandi.
Un tulipano contro i tumori
Il nome della onlus fondata nel 2017, L’orto terapeutico di Lu, Andrea Mirai lo ha dedicato al ricordo di sua sorella Luena, scomparsa nel 2015 a causa di un tumore.
Un nome che ha dato anche al progetto, dedicato a pazienti oncologici, ideato insieme alla madre Maria, e vincitore del bando Coltiviamo Agricoltura Sociale.
“L’orto di Lu” prevede l’ampliamento del giardino di tulipani (i fiori preferiti di Luena) presente nell’azienda agricola di famiglia, in provincia di Cagliari, attraverso il coinvolgimento di donne in cura per malattie oncologiche. “L’orto cura chi se ne prende cura, in questo consiste il nostro progetto”, dice Andrea Mirai.
Il progetto sarà realizzato in un’area immersa nelle campagne di Pimentel, piccolo centro collinare della Trexenta, a 35 chilometri da Cagliari, e prevede la collaborazione dei volontari vicini da tempo alla onlus. Il giardino di tulipani, protagonista del progetto, è il primo in Sardegna e i proventi della vendita dei fiori saranno destinati alla ricerca. La famiglia Mirai ha inoltre istituito, in collaborazione con l’Ospedale Oncologico “Businco” di Cagliari, una borsa di studio di 25.000 euro presso l’Università di Cagliari.
Prendersi cura della città
Il “Giardino in movimento” della cooperativa sociale agricola Pane e Signore è il progetto vincitore della menzione speciale della nuova edizione del bando Coltiviamo Agricoltura Sociale. Il progetto consiste nella riqualificazione e valorizzazione di un’area urbana del centro di Genova. Si tratta dei Giardini Pellizzari, la cui cura è affidata a Ornella Ricciardi, insieme ad una rete di associazioni - di cui fa parte anche la cooperativa Pane e Signore – architetti del paesaggio, aziende, esercizi commerciali della zona, il comune di Genova e semplici cittadini, con l’obiettivo di valorizzare questa parte della città che si trova in una zona residenziale molto elegante. Le attività previste da “Giardino in movimento”, che coinvolgeranno soggetti fragili e diversamente abili, consisteranno nella cura dello spazio verde, a partire dalla preparazione del terreno e dalla piantumazione di piante spontanee. Sono previste attività di formazione ad hoc, sia per i ragazzi che lavoreranno il terreno in questa fase iniziale del progetto, sia per gli educatori del CEPIM, il Centro Italiano Down Onlus di Genova. Saranno proprio i destinatari dei servizi del Cepim i protagonisti della seconda fase del progetto, quella della cura e della manutenzione del giardino.
La formazione sarà aperta anche alle persone del quartiere che vorranno dare il loro contributo.
È prevista anche una fase di tre mesi di progettazione partecipata per raccogliere idee, spunti e attività che andranno ad arricchire il giardino. “Questo premio – ha spiegato Ornella Ricciardi - ci dà la possibilità di concretizzare i nostri sogni e tornare a valorizzare un’area urbana molto bella e importante della città”.