
L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo online
di Marco Fortis a cura di Paola Castello
I risultati del settore agroalimentare dimostrano i successi del nostro segmento imprenditoriale
L’ agroalimentare è il primo settore dell’economia italiana. Inteso come aggregato di settore primario e industria degli alimentari, bevande e tabacco, infatti, è il più importante in Italia per occupazione, con 1 milione e 380mila occupati nel 2022. Seguito poi dalla metallurgia e dal comparto dei prodotti in metallo, al secondo posto, con 736.000 occupati e dal settore delle macchine e degli apparecchi meccanici - al terzo posto - con un numero di occupati pari a 480.000 (solo dopo, a seguire, vengono la filiera del tessile, dell’abbigliamento, delle calzature e dei mobili, altri nostri grandi settori di eccellenza).
L’agroalimentare è anche primo per valore della produzione, con oltre 200 miliardi di euro, un primato evidente rispetto alle altre filiere produttrici di beni e con un valore aggiunto di 64 miliardi di euro. Il primato dell’agroalimentare italiano riguarda anche gli investimenti, che hanno conosciuto - grazie ad Agricoltura 4.0 - un vero e proprio boom in questi ultimi anni. Parliamo sia degli investimenti fissi lordi nel complesso (6 miliardi per alimentari, vini, bevande e tabacco; 9 miliardi per agricoltura, silvicoltura e pesca), sia di quelli tecnici, in impianti e macchinari (5 miliardi per alimentari, vini, bevande e tabacco; 5 miliardi per agricoltura, silvicoltura e pesca).
Dati positivi anche per quanto riguarda l’export agroalimentare, che ha superato la soglia dei 60 miliardi (60,7 miliardi di euro nel 2022) e sta mantenendo un buon trend di crescita nell’anno in corso. Sono numerosissimi quindi i segmenti in cui, a livello europeo e mondiale, primeggiamo per bilancia commerciale: uno di questi, che ha conosciuto negli ultimi 10 anni un exploit significativo, è quello della produzione dei formaggi, dove siamo secondi solo all’Olanda, con circa 2 miliardi di dollari nel 2022 (elaborazione Fondazione Edison su dati ONU, ITC). Altro dato strategico da evidenziare è il nostro primato in Europa anche per la produzione di ortofrutta, vino e olio, con un valore di 28,4 miliardi di euro nel 2022 (elaborazione Fondazione Edison su dati ONU, ITC). Dopo di noi ci sono Spagna, Francia e Paesi Bassi.
L’Italia è, inoltre, terza in Europa per valore della produzione di ortaggi, dopo la Francia, leader per i cereali e la Germania che è seconda per il latte. In questo panorama in cui siamo tra i primi posti in Europa per produzioni, valore aggiunto, valore dell’export, occupazione, l’agricoltura italiana ha generato 37,2 miliardi di euro, secondi solo alla Francia, con cui ci siamo contesi la leadership durante tutto l’ultimo decennio. (Elaborazione Fondazione Edison e Confagricoltura su dati Eurostat).
Dal rapporto “Italy’s strengths in agriculture: a leading producer of vegetable products in Europe and the world” (edizione 2023) - nato dalla collaborazione tra Fondazione Edison e Confagricoltura - emergono chiaramente i primati del nostro Paese nelle produzioni vegetali “made in Italy” legate alla dieta mediterranea ed italiana. Si tratta di verdure, ortaggi, frutta e cereali, che rivestono un ruolo di grande rilievo non solo nel settore agricolo nazionale, ma anche europeo e talvolta perfino mondiale, come nel caso dei carciofi o dei finocchi. Dall’analisi realizzata sui principali prodotti agricoli vegetali, emerge che l’Italia si pone in ben 42 casi tra i 3 principali produttori dell’Unione europea, in competizione soprattutto con Spagna e Francia (dati Eurostat riferiti all’anno 2022). In particolare, l’Italia è il primo produttore Ue in 18 produzioni agricole vegetali, il secondo in 19 e il terzo in altre 5. Siamo primi, ad esempio, per pomodori, finocchi, carciofi, melanzane, cime di rapa, indivie, ma anche mele e pere fresche, pesche, nettarine, albicocche, uve da tavola e da vino, meloni, kiwi, nocciole e bergamotto, oltre che per grano duro e riso. Nel complesso si tratta di quasi 36 milioni di tonnellate di derrate agricole in cui l’Italia è prima, seconda o terza, per produzione in Europa. Questo fa riflettere anche sullo sforzo rilevante in termini produttivi e logistici che il nostro tessuto imprenditoriale sostiene.
I dati illustrati richiedono consapevolezza e capacità di comunicazione, per valorizzare il contributo che diamo all’export extra UE con il nostro agroalimentare e mostrano che livello di eccellenza ci sia e quanto questo vada tutelato, garantendo un’adeguata remunerazione. Si tratta, infatti, di cifre che evidenziano una leadership straordinaria e che possono rappresentare veri e propri strumenti per un dibattito in Europa e in Italia per garantire al settore il futuro che merita.
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