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La “Visione” della Commissione europea per il futuro dell’agricoltura dell’UE

19 February 2025

Il 19 febbraio 2025, la Commissione Europea ha presentato la "Visione per il futuro dell’Agricoltura e l’Alimentazione", una strategia volta a rilanciare il settore agroalimentare europeo, rendendolo più competitivo, sostenibile e attrattivo per le nuove generazioni. Elaborato con il contributo del Commissario per l'Agricoltura e l'Alimentazione Christophe Hansen e del Vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, il documento si pone l’obiettivo di rispondere alle principali sfide del comparto, come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la concorrenza globale.

Uno dei punti chiave della strategia riguarda la necessità di rendere l’agricoltura un settore più attrattivo e redditizio. Per farlo, la Commissione propone misure mirate a garantire condizioni di lavoro più eque, con un'attenzione particolare ai giovani agricoltori, a coloro che operano in zone con vincoli naturali e a chi desidera entrare nel settore. Hansen ha sottolineato l’importanza di assicurare redditi adeguati agli agricoltori, ribadendo che nessuno dovrebbe essere costretto a vendere i propri prodotti al di sotto del costo di produzione. Per questo motivo, il documento annuncia una revisione della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali e incentivi per lo sviluppo di nuovi modelli di business, come il carbon farming e i crediti di sostenibilità.

Un altro aspetto fondamentale della "Vision" è il rafforzamento della competitività del settore, con un’attenzione particolare alla protezione degli agricoltori europei dalla concorrenza internazionale. La Commissione vuole garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi standard europei, soprattutto per quanto riguarda l’uso di pesticidi e le condizioni di produzione. Secondo Fitto, questa misura rappresenta una risposta concreta alle proteste degli agricoltori, che da tempo chiedono più tutele contro la concorrenza sleale. Allo stesso tempo, si prevede di rafforzare i controlli sulla filiera agroalimentare, in modo da garantire maggiore equità nei mercati.

L’innovazione e la transizione ecologica giocano un ruolo centrale nella strategia. La Commissione punta sulla digitalizzazione e sulle nuove tecnologie per migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale. Un esempio è l’uso delle Nuove Tecniche Genomiche (NGTs), che potrebbero favorire lo sviluppo di colture più resistenti e a basso impatto. Hansen ha ribadito l’impegno dell’UE a semplificare l’accesso ai biopesticidi e a sviluppare strategie per migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse idriche, annunciando l’elaborazione di una Strategia per la Resilienza Idrica. Tuttavia, il documento mantiene un approccio prudente sull’uso dei pesticidi e non prevede ulteriori restrizioni senza la disponibilità di alternative concrete, una scelta che ha suscitato critiche da parte delle associazioni ambientaliste.

Un altro elemento della "Vision" è il rafforzamento delle comunità rurali. Per contrastare lo spopolamento delle campagne e migliorare la qualità della vita degli agricoltori, la Commissione intende investire in infrastrutture, connettività e servizi essenziali. Tra le iniziative annunciate c’è anche la creazione di una piattaforma per le donne in agricoltura, che punta a favorire una maggiore inclusione e a valorizzare il ruolo delle donne nel settore. Tuttavia, alcune critiche sottolineano che le misure previste per lo sviluppo delle aree rurali risultano ancora troppo generiche e prive di un chiaro impegno finanziario.

Nonostante le intenzioni ambiziose della Commissione, la strategia ha suscitato diverse perplessità. Uno dei principali punti critici riguarda la mancanza di chiarezza sulle risorse finanziarie necessarie per attuare le misure proposte. Il documento non fornisce dettagli concreti su come verrà finanziata la transizione agricola, rimandando la questione alle future discussioni sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (MFF) del 2028. Anche sul fronte della sostenibilità, le ONG ambientali hanno espresso preoccupazioni per l’assenza di nuove restrizioni sui pesticidi e per un approccio che sembra ancora troppo cauto nella riduzione dell’impatto ambientale del settore.

Le grandi organizzazioni di agricoltori come Copa e Cogeca accolgono positivamente il fatto che la “Vision for Agriculture & Food” sottolinei il ruolo centrale degli agricoltori come imprenditori e innovatori, ma esprimono forti perplessità per quanto riguarda la futura Politica Agricola Comune. Secondo loro, nonostante il documento ponga le basi per una nuova narrazione del settore, resta un nodo cruciale irrisolto: l’assenza di un chiaro quadro finanziario per sostenere le misure proposte nel post-2027.

Anche i giovani agricoltori, rappresentati dalla CEJA, riconoscono il valore di un “toolbox” innovativo destinato a favorire il rinnovo generazionale. Tuttavia, nutrono il timore che, senza un adeguato sostegno economico, tali strumenti rischino di rimanere più parole che fatti, soprattutto in un contesto in cui le risorse per un nuovo quadro finanziario sembrano incerte.

Dal canto loro, le associazioni che rappresentano specifiche modalità di agricoltura, come IFOAM EU per il biologico, hanno accolto con favore il riconoscimento del biologico come modello virtuoso, evidenziando il suo potenziale nell’attrarre nuove generazioni e nel proteggere i servizi ecosistemici. Eppure, anche in questo caso, viene sottolineata la necessità di ridurre l’uso di pesticidi sintetici per rendere davvero sostenibile l’intero sistema produttivo.

Non mancano poi le critiche da parte di chi rappresenta i piccoli agricoltori. ECVC, ad esempio, evidenzia profonde contraddizioni nel documento: da una parte, la spinta verso l’innovazione e la digitalizzazione, dall’altra il rischio che tali misure possano spingere l’agricoltura verso modelli troppo industrializzati e poco attenti alle esigenze di chi lavora in scala ridotta. In questo contesto, viene ribadita l’urgenza di vietare la vendita a prezzi inferiori ai costi di produzione, considerata una minaccia alla sopravvivenza delle piccole aziende.

Anche il mondo ambientale esprime il suo dissenso. L’European Environmental Bureau definisce la visione della Commissione “debole e deludente”, criticando la mancanza di misure ambientali concrete e il poco spazio dedicato a finanziare una transizione ecologica reale. Greenpeace EU, inoltre, accusa il documento di ignorare le raccomandazioni emerse dal dialogo strategico, confermando così la percezione di un modello agricolo che continua a premere su pratiche insostenibili dal punto di vista climatico e ambientale.

Il settore dell’industria alimentare e commerciale, rappresentato rispettivamente da FoodDrinkEurope e EuroCommerce, si mostra preoccupato per il fatto che la visione si concentri prevalentemente sul lato produttivo, trascurando le esigenze dell’intera filiera. Per questi soggetti, è fondamentale che vengano predisposte misure concrete per sostenere anche le imprese di trasformazione, distribuzione e vendita, che rappresentano il legame indispensabile tra la produzione agricola e il consumatore finale.

Infine, specifiche categorie settoriali esprimono apprezzamenti e attese particolari. oriGIn EU saluta il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche, auspicando un piano d’azione che rafforzi il supporto a queste produzioni tradizionali. Nel settore della carne, gruppi di lavoratori e produttori hanno accolto con favore il cambiamento di tono, interpretandolo come un ritorno al riconoscimento e alla dignità del settore zootecnico. CropLife Europe, infine, si mostra incoraggiata dall’enfasi su innovazione, digitalizzazione e biotecnologie, sottolineando però l’importanza di mantenere un approccio rigorosamente scientifico per garantire la competitività nel mercato globale.

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