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Un nuovo Spazio europeo della ricerca: nuovo piano della Commissione per sostenere le transizioni verde e digitale e la ripresa dell'UE

30 September 2020

Oggi la Commissione europea ha adottato una comunicazione su un nuovo Spazio europeo della ricerca e dell'innovazione. Fondato sull'eccellenza, competitivo, aperto e orientato al talento, il nuovo Spazio europeo della ricerca migliorerà il panorama europeo della ricerca e dell'innovazione, accelererà la transizione dell'UE verso la neutralità climatica e la leadership digitale, sosterrà la ripresa dell'UE dagli effetti della crisi della COVID-19 sulla società e sull'economia e ne rafforzerà la resilienza alle crisi future.

La Commissione ha definito obiettivi e interventi strategici da attuare in stretta cooperazione con gli Stati membri per dare priorità agli investimenti e alle riforme nel campo della ricerca e dell'innovazione, migliorare l'accesso all'eccellenza per i ricercatori di tutta l'UE e garantire che i risultati della ricerca raggiungano il mercato e l'economia reale. Inoltre la comunicazione promuoverà ulteriormente la mobilità, le competenze e le opportunità di sviluppo professionale dei ricercatori nell'UE, come pure la parità di genere e un migliore accesso ad attività scientifiche finanziate con fondi pubblici e soggette a valutazioni inter pares.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un'Europa pronta per l'era digitale, ha dichiarato: "L'UE è già all'avanguardia nell'innovazione grazie alla sua eccellenza in campo scientifico e nella ricerca. Sulla scorta di tale vantaggio vogliamo intensificare i nostri sforzi volti a conseguire innovazioni pionieristiche orientate al mercato, che contribuiranno ad un'Europa verde e digitale e stimoleranno la crescita, la creazione di posti di lavoro e la nostra competitività sulla scena mondiale. Oggi definiamo un nuovo livello di ambizione per uno Spazio europeo della ricerca che faciliti la cooperazione e contribuisca ad una maggiore competitività dell'industria europea."

Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e i giovani, ha dichiarato: "Viviamo in tempi in cui le attività scientifiche richiedono collaborazioni più rapide ed efficaci. Dobbiamo rafforzare lo Spazio europeo della ricerca, uno spazio che abbraccia tutta l'Europa perché le conoscenze scientifiche non conoscono limiti territoriali bensì crescono attraverso la collaborazione, e perché la conoscenza risulta affidabile quando vi è un controllo aperto sulla sua qualità. Grazie allo Spazio europeo della ricerca vi sono inoltre maggiori possibilità di raggiungere picchi di eccellenza e sostenere un'industria innovativa e capace di assumere rischi per plasmare un futuro resiliente, verde e digitale."

Avviato nel 2000, lo Spazio europeo della ricerca ha conseguito importanti risultati negli ultimi anni; il contesto odierno ci spinge tuttavia a riflettere su come rafforzarne il ruolo, migliorare la definizione e l'attuazione dei suoi obiettivi e renderlo più attraente come spazio comune per svolgere validi progetti di ricerca e innovazione. L'Europa si trova inoltre ad affrontare sfide sociali, ecologiche ed economiche di rilievo, aggravate dalla crisi della COVID-19. La ricerca e l'innovazione sono pertanto essenziali per far fronte a tali sfide, garantire la ripresa dell'Europa e accelerare la duplice transizione verde e digitale.

Obiettivi del nuovo Spazio europeo della ricerca

A partire dall'eccellenza scientifica e dalla leadership tecnologica dell'Europa, il nuovo Spazio europeo della ricerca mira a: migliorare il coordinamento e la cooperazione tra l'UE, gli Stati membri e il settore privato; ottenere maggiori investimenti nella ricerca e nell'innovazione; rafforzare la mobilità dei ricercatori, le loro competenze e il flusso delle conoscenze.

La comunicazione definisce quattro obiettivi strategici, descritti di seguito.

  1. Dare priorità agli investimenti e alle riforme nella ricerca e nell'innovazione orientati verso le transizioni verde e digitale, al fine di sostenere la ripresa dell'Europa e rafforzarne la competitività.

Il sostegno dell'UE alla ricerca e all'innovazione è previsto da vari programmi, quali Orizzonte Europa, la politica di coesione e lo strumento Next Generation EU. Per ottenere i cambiamenti positivi necessari e garantire la qualità dei risultati, il sostegno dell'UE deve essere integrato da investimenti degli Stati membri e del settore privato. La comunicazione conferma l'obiettivo di destinare il 3% del PIL agli investimenti in ricerca e innovazione nell'UE e invita gli Stati membri a collaborare ulteriormente e ad allineare i loro sforzi fissando l'obiettivo di destinare il 5% dei finanziamenti pubblici nazionali a programmi di ricerca e sviluppo congiunti e a partenariati europei entro il 2030.

Il fondamento di tutti gli investimenti nel quadro dello Spazio europeo della ricerca rimane il principio dell'eccellenza, secondo il quale i migliori ricercatori con le migliori idee possono ottenere i finanziamenti.

  1. Migliorare l'accesso alle strutture e alle infrastrutture di eccellenza per i ricercatori in tutta l'UE.

Gli investimenti degli Stati membri in ricerca e innovazione rimangono disomogenei, il che provoca divari in termini di risultati dell'innovazione e di eccellenza scientifica che devono essere colmati. L'UE aiuta già i paesi in ritardo, anche attraverso un sostegno su misura prestato sul campo, e continuerà a garantire tale sostegno nel quadro del programma Orizzonte Europa, attraverso una cooperazione rafforzata con controparti di maggiore esperienza per migliorare l'accesso all'eccellenza. Agli Stati membri i cui investimenti in ricerca e sviluppo in rapporto al PIL sono inferiori alla media dell'UE la Commissione propone di adoperarsi per aumentarne l'entità del 50% nei prossimi 5 anni.

A tal fine, attraverso formazioni specifiche e regimi di mobilità tra l'industria e il mondo accademico verranno create opportunità di mobilità che consentiranno ai ricercatori di accedere all'eccellenza e di ampliare le loro esperienze. Per rispecchiare i progressi compiuti nella ricerca basata sull'eccellenza, gli Stati membri in ritardo rispetto alla media dell'UE per quanto riguarda le pubblicazioni più citate dovrebbero ridurre il loro divario di almeno un terzo nei prossimi 5 anni.

  1. Trasferire all'economia i risultati di tali attività al fine di stimolare gli investimenti delle imprese e l'adozione dei risultati della ricerca da parte del mercato, come pure per promuovere la competitività e la leadership dell'UE nel panorama tecnologico globale.

Per accelerare il trasferimento all'economia reale dei risultati della ricerca e sostenere l'attuazione della nuova strategia industriale, la Commissione incoraggerà e guiderà l'elaborazione di piani tecnologici comuni in collaborazione con l'industria, che consentiranno di attrarre più investimenti privati in progetti internazionali di rilievo. Ciò favorirà lo sviluppo di tecnologie concorrenziali in ambiti strategici fondamentali, garantendo nel contempo una presenza europea più forte sulla scena globale.

In parallelo, dopo un esercizio di monitoraggio particolareggiato, la Commissione valuterà la possibilità di elaborare un quadro per le attività di rete che si baserà sulle capacità e sugli enti esistenti, come i centri di eccellenza o i poli dell'innovazione digitale, per facilitare la collaborazione e lo scambio di migliori pratiche entro il 2022. Sempre nel corso di tale biennio la Commissione elaborerà e aggiornerà i principi guida che assicureranno che l'innovazione possa essere valorizzata e ricompensata, come pure un codice di buone pratiche per l'uso intelligente della proprietà intellettuale, così da garantirne una tutela efficace ed economica.

  1. Rafforzare la mobilità dei ricercatori e il libero flusso delle conoscenze e delle tecnologie attraverso una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, per garantire che tutti possano trarre beneficio dalla ricerca e dai suoi risultati.

L'UE mirerà a migliorare le opportunità di sviluppo professionale per attrarre e trattenere i migliori ricercatori in Europa e per motivarli a intraprendere una carriera al di fuori del mondo accademico. A tal fine, in collaborazione con gli Stati membri e le organizzazioni di ricerca, entro la fine del 2024 l'UE predisporrà una serie di strumenti a sostegno dello sviluppo professionale dei ricercatori, che comprenderà i seguenti elementi: un quadro delle competenze dei ricercatori, che consenta di individuare le competenze fondamentali e le relative asimmetrie; un regime di mobilità a sostegno degli scambi e della mobilità dei ricercatori tra industria e mondo accademico; formazioni mirate e opportunità di sviluppo professionale nel quadro di Orizzonte Europa; uno sportello unico che consenta alle persone di reperire informazioni e di gestire le loro carriere e il loro apprendimento con maggiore facilità.

L'UE si adopererà per conseguire gli obiettivi strategici descritti, in stretta cooperazione con gli Stati membri, attraverso 14 azioni collegate tra loro, che saranno fondamentali per realizzare lo Spazio europeo della ricerca. La Commissione condurrà un Forum europeo per la transizione, che sarà la sede di un dibattito strategico con gli Stati membri volto a sostenerli nell'attuazione coerente di questi quattro obiettivi. Entro la prima metà del 2021 la Commissione proporrà inoltre che gli Stati membri adottino un patto per la ricerca e l'innovazione in Europa, che rafforzerà i loro impegni a favore di politiche e principi condivisi e individuerà i settori in cui gli Stati membri svilupperanno congiuntamente interventi prioritari.

Nel quadro delle iniziative che ha messo in atto per sostenere la ripresa e costruire un'Europa verde e digitale, oltre al nuovo Spazio europeo della ricerca la Commissione ha adottato oggi un nuovo piano d'azione per l'istruzione digitale con cui mira a adeguare i sistemi di istruzione e formazione all'era digitale, come pure una comunicazione sullo spazio europeo dell'istruzione come fattore di crescita e di creazione di posti di lavoro.

Contesto

Lo Spazio europeo della ricerca è stato avviato nel 2000 con l'obiettivo di migliorare l'organizzazione e l'integrazione dei sistemi europei di ricerca e innovazione e di rafforzare la cooperazione tra l'UE, gli Stati membri, le loro regioni e i loro portatori di interessi. Mirava inoltre alla libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie in tutta l'UE e si è concentrato sulla promozione della cooperazione transfrontaliera e sul miglioramento e coordinamento delle politiche e dei programmi degli Stati membri in materia di ricerca e innovazione. 

Nel 2018 il Consiglio dell'Unione europea ha invitato a rinnovare lo Spazio europeo della ricerca nel 2020 mediante una nuova comunicazione della Commissione. Nel dicembre 2019 gli Stati membri si sono espressi sul futuro dello Spazio europeo della ricerca mediante un parere del comitato per lo Spazio europeo della ricerca e dell'innovazione.

Nell'ambito della risposta dell'UE alla pandemia di coronavirus, nell'aprile di quest'anno la Commissione ha presentato il piano d'azione ERAvsCorona. Il piano d'azione è un documento di lavoro elaborato congiuntamente dalla Commissione e dai governi nazionali e basato sugli obiettivi generali e sugli strumenti dello Spazio europeo della ricerca. Riguarda azioni a breve termine basate su un coordinamento stretto, sulla collaborazione, sulla condivisione dei dati e su sforzi di finanziamento condivisi.

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