
E’ terminato il periodo transitorio che permetteva l’utilizzo di etichette e imballaggi senza l’indicazione dell’origine della carne suina nei prodotti trasformati. La deroga, che era stata concessa fino al 31 gennaio, è invece ancora valida per i prodotti IGP.
Questo significa che i prodotti trasformati a base di carne suina a Indicazione Geografica Protetta possono continuare a non avere in etichetta l’origine della materia prima. Un paradosso – ad avviso di Confagricoltura – che crea confusione nei consumatori e che va contro la chiarezza auspicata anche dalla normativa comunitaria.
Confagricoltura invita tutti gli operatori della filiera, al di là degli obblighi previsti, a indicare l’origine delle materie prime sui prodotti trasformati, valorizzando così le carni nazionali e tutelando gli interessi sia dei produttori nostrani, sia dei consumatori, che chiedono sempre maggiore chiarezza nelle informazioni relative al cibo che comprano.
La trasparenza della comunicazione dà a chi acquista una maggiore consapevolezza e lo aiuta nella scelta del prodotto. Questo rientra in un percorso teso a una corretta alimentazione, basata sulla conoscenza dell’origine delle produzioni e sulle loro caratteristiche organolettiche.
A tale proposito, Confagricoltura ritiene completamente sbagliata e fuori luogo la proposta della UE relativa al “piano di azione per migliorare la salute dei cittadini europei” che prevederebbe di indicare in etichetta l’associazione tra i prodotti trasformati di carne e le cause di insorgenza di patologie tumorali.
Si tratta di un ennesimo e intollerabile attacco al Made in Italy, ai suoi prodotti di alta qualità e alla dieta mediterranea, patrimonio dell'Unesco, che numerosi studi associano semmai a una riduzione della mortalità per tutte le cause.
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